Tumori alla mammella, asma, leucemie, malformazioni congenite. Nella Terra dei fuochi esiste una “relazione causale o di concausa tra la presenza di siti di rifiuti incontrollati” e l’insorgenza di malattie, e tumori, che per decenni hanno causato vittime. A confermarlo uno studio realizzato dall’Istituto Superiore di Sanità, in accordo con la Procura di Napoli Nord, che rileva criticità relative all’impatto dei rifiuti sulla salute nell’area che comprende l’Agro Aversano, in provincia di Caserta, e alcuni comuni dell’area a nord di Napoli (vicina al Casertano). L’indagine è partita da un accordo stipulato il 23 giugno del 2016, una collaborazione scientifica che si è posta come obiettivo lo scambio di dati e informazioni elaborati da una sorveglianza epidemiologica sulla popolazione di quest’area, da anni martoriata da sversamenti illegali, terreni inquinati e roghi tossici. La lente d’ingrandimento degli esperti è stata puntata soprattutto sugli eccessi della mortalità, sull’incidenza tumorale e sull’ospedalizzazione per diverse patologie derivanti da agenti inquinanti. Si è potuta così delineare una mappa dei siti di smaltimento dei rifiuti presenti sul territorio di competenza di Napoli Nord, evidenziando le aree nelle quali le attività illegali hanno un impatto, o potrebbero averlo, sulla salute dei cittadini. Il territorio analizzato comprende 38 comuni con una superficie totale di 426 chilometri quadrati; è interessato dalla presenza di 2.767 siti di smaltimento controllato o abusivo di rifiuti, anche pericolosi, in 653 dei quali risultano anche avere avuto luogo combustioni illegali, i cosiddetti ‘roghi tossici’. Qui 354.845 abitanti, ovvero il 37% della popolazione, risiedono entro 100 metri da almeno un sito, ma spesso anche da più di uno. Questo, ovviamente, causa una esposizione a fonti pericolose e un’elevata densità di emissioni chimiche in tutta l’area.I risultati dello studio, in base alle analisi sull’andamento del rischio sanitario in funzione dei valori dell’indicatore di rischio da rifiuti stimato per ogni Comune (IRC) all’interno dell’area indagata, delineano un maggior rischio per alcune patologie nei comuni maggiormente impattati da siti di rifiuti. Dai dati emerge che la mortalità e l’incidenza per tumore della mammella è significativamente maggiore tra le donne dei comuni inclusi nella terza e quarta classe dell’indicatore di esposizione a rifiuti rispetto ai comuni della prima classe, meno impattati dai rifiuti, così come per quanto riguarda l’ospedalizzazione per l’Asma o la prevalenza di malformazioni congenite. Nei ragazzi fino ai 19 anni, l’incidenza di leucemie e i ricoverati per asma aumentano significativamente passando dai comuni della Classe 1 a quelli delle Classi successive di IRC. Lo studio dell’Iss va quindi a confermare il timore espresso dalle comunità della zona ormai da anni: un possibile ruolo causale e o concausale dei siti di rifiuti, in particolare quelli incontrollati e illegali di rifiuti pericolosi, comprese le combustioni, nell’insorgenza di queste malattie. In alcuni dei comuni oggetto dell’indagine, sono presenti eccessi di specifiche patologie.
Per Caserta, la classe Irc dei comuni è la seguente: Carinaro 1, Cesa 1, Frignano 1, Parete 1, San Cipriano D’Aversa 1, San Marcellino 1, Succivo 1, Teverola 1, Trentola Ducenta 1, Villa Di Briano 1, Villa Literno 1, Casapesenna 1, Aversa 2, Casal di Principe 2, Casaluce 2, Gricignano d’Aversa 2, Lusciano 2, Orta di Atella 2, Sant’Arpino 2.
Per Napoli: Arzano 1, Calvizzano 1, Casavatore 1, Frattamaggiore 1, Frattaminore 1, Grumo Nevano 1, Marano di Napoli 1, Sant’Antimo 1, Afragola 2, Casandrino 2, Crispano 2, Qualiano 2, Cardito 3, Casoria 3, Melito di Napoli 3, Mugnano di Napoli 3, Villaricca 3, Caivano 4, Giugliano in Campania 4.
Il Rapporto conclusivo dei lavori è stato presentato alla presenza del Procuratore Generale presso la Corte di Appello, Luigi Riello e del Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro. “L’indagine ha evidenziato delle criticità relative all’impatto dei rifiuti sulla salute. Questo conferma la necessità di sviluppare un sistema di sorveglianza epidemiologica integrata con dati ambientali nell’intera area della Regione Campania e in particolare nelle province Caserta e Napoli” ha dichiarato Brusaferro, commentando il report. “Il presente Accordo rappresenta un esempio virtuoso di collaborazione tra enti ed istituzioni con ruoli e funzioni diverse. Per tutte le azioni di prevenzione e bonifica, condivise con le Autorità e le popolazioni coinvolte, l’Istituto è pronto a collaborare con le Autorità e le Istituzioni locali e regionali”, ha aggiunto.