Dopo la vittoria al Festival di Venezia, il “Joker” di Todd Phillips finalmente al cinema, ha già avuto il merito di mostrare che i cinecomic possono pure ergersi a cinema d’autore se vogliono. E dopo aver visto il film capisci perché: ha consegnato una nuova, vera e propria lezione di cinema, grazie ad una perfetta orchestrazione tra regia, fotografia, soundtrack e naturalmente interpretazione. Quella che Joaquin Phoenix (“Il gladiatore”, “Maria Maddalena”) fa del comico fallito Arthur Fleck che, vessato e tormentato da una società violenta e incapace di conoscere alcuna empatia col prossimo, è destinato a diventare il criminale più folle di Gotham City.
Oltre i toni alla “Taxi Driver” e “Toro Scatenato”, oltre gli scontati quanto inutili confronti con i precedenti Joker cinematografici (che Phoenix vincerebbe?), con questo film Phillips mostra che un bravo regista può impunemente passare da titoli come “Una notte da leoni” a film capolavoro come questo e Phoenix si prende una grossa rivincita grazie a questa performance fatta di risate dolenti, sguardi distruttivi e sofferenze fisiche e psicologiche che sono un tutt’uno. Una rivincita verso un cinema che sembrava confinarlo spesso alle spalle del protagonista di turno. È presto detto: il film si mangerà la notte degli Oscar.
Gabriele Russo