Partorisce in anonimato all‘Ospedale di Marcianise ed ora la bambina nata è stata adottata da una famiglia. E’ accaduto circa un mese fa quando una donna ha deciso di aderire alla procedura prevista specificamente dalla legge che è ispirata alla duplice esigenza di tutelare la salute e la vita sia del figlio, che della madre, avendo come obiettivo, da un lato, quello di garantire che il parto avvenga in condizioni ottimali, dall’altro, evitare che la donna possa ricorrere a decisioni irreparabili e ben più gravi per il nascituro, quali aborti e infanticidi. “In ospedale, al momento del parto – è spiegato nel sito del Ministero della Salute – serve garantire la massima riservatezza, senza giudizi colpevolizzanti ma con interventi adeguati ed efficaci, per assicurare – anche dopo la dimissione – che il parto resti in anonimato madre non vuole accogliere questo bambino nella sua vita o non se la sente, ha un’alternativa. Il nome della madre rimane per sempre segreto e nell’atto di nascita del bambino viene scritto “nato da donna che non consente di essere nominata”. Così è accaduto a Marcianise dove la mamma ha esercitato il suo diritto a partorire in anonimato e dopo aver fatto nascere la bimba l’ha lasciata alle cure del personale medico e sanitario. La bambina è stata battezzata e poi seguita dagli assistenti sociali del Comune in una casa famiglia.
L’immediata segnalazione alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni della situazione di abbandono del neonato non riconosciuto, permette l’apertura di un procedimento di adottabilità e la sollecita individuazione di un’idonea coppia adottante. La neonata ha così garantito il diritto di crescere ed essere educato da una famiglia e assumere lo status di figlio legittimo dei genitori che lo hanno adottato. Anche in questo caso, in ogni successiva comunicazione all’autorità giudiziaria devono essere omessi elementi identificativi della madre.