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Velardi fa di nuovo il pienone nel Parco Primavera. Prima del comizio un uomo tenta assalto a musicisti e organizzatori per impedire la manifestazione elettorale

Il candidato sindaco Antonello Velardi fa di nuovo il pienone al comizio tenuto ieri nel Parco Primavera di Marcianise. Un luogo simbolo, come ha poi spiegato lo stesso Velardi, il piazzale antistante la Piscina Comunale, la struttura chiusa da circa due anni, simbolo dello spreco e della “mala politica” cittadina. “Quelli che hanno consentito questo scempio – ha esordito Velardi – faremo in modo che vadano in galera. Milioni di euro per costruire l’impianto natatorio che è diventata l’ennesima cattedrale nel deserto. C’è la politica dei soliti noti dietro questo scempio. Hanno fatto in modo che la struttura andasse nelle mani di un solo imprenditore, il quale non pagava il canone ed ha poi abbandonato la piscina chiedendo addirittura i danni al Comune. Una vergogna infinita”. L’intervento del giornalista è stato preceduto da un momento musicale con la presenza di numerosi artisti locali che hanno allietato il pubblico presente.

Prima del comizio momenti di tensione sotto al palco. Un uomo, residente nell’area ex 167, ha tentato più volte con minacce di impedire il regolare svolgimento della manifestazione elettorale. Secondo le testimonianze di numerosi presenti, l’uomo avrebbe intimato agli organizzatori, già dal pomeriggio, di smontare l’impianto musicale in quanto quella, a suo dire, “era zona sua”. Una vera e propria intimidazione che ha creato forti momenti di tensione quando il soggetto, nonostante la presenza della polizia municipale che tentava di allontanarlo, ha tentato l’assalto al palco spintonando e aggredendo quelli che cercavano di fermarlo. Nella concitazione l’uomo sarebbe finito a terra per poi essere soccorso dai presenti. Subito dopo sono intervenuti una volante della Polizia di Stato e una Gazzella dei Carabinieri, allertati dagli stessi organizzatori per garantire che il comizio si svolgesse regolarmente.  Così racconta l’episodio lo stesso Velardi: “Cominciamo il comizio di stasera nell’area della 167 con ritardo e ci scusiamo. Ma abbiamo subito un assalto prima dell’inizio ed è dovuta intervenire la forza pubblica. Già nel pomeriggio c’era stata forte tensione con continue intimidazioni nei confronti nostri. Si è verificato ciò che temevamo: la peggiore campagna elettorale di Marcianise. Qualcuno vuole continuare a tenere questa città ancorata al Medioevo. Che pena!”

In mattinata Velardi aveva pubblicato su facebook il seguente post: “Chi nasce tondo non muore quadrato, d’altro canto è nel momento di maggiore crisi che esce fuori la vera natura delle persone. Questa campagna elettorale volge al termine ed è stata tra le peggiori a Marcianise: brutta gente in circolazione, regole messe sotto i piedi, intimidazioni e violenze, atteggiamenti chiaramente delinquenziali. Per quanto possibile, noi abbiamo sorvolato confidando nella ragione e affidandoci alla denuncia solo pubblica. Ma in questi ultimi giorni siamo dovuti intervenire. Dunque, abbiamo dovuto spiegare ai dirigenti dell’Asl che la sanità non è di proprietà loro e che la devono smettere di fare cofecchie, con spostamenti di personale e avvii di procedure per selezioni sospette, o con pratiche riesumate o nascoste a seconda di chi le presentava: la devono smettere, non sono i padroni di niente. Abbiamo dovuto spiegare al provveditorato agli studi che certe procedure non possono essere lasciate nelle mani di chi è candidato e che esercita tutta la propria discrezione: certo, è gente abituata a fare questo da una vita giocando tra politica e sindacato, ma neanche loro sono padroni di nulla.
Abbiamo dovuto spiegare alle forze dell’ordine (perché noi non siamo contro le forze dell’ordine…) che basta verificare chi e cosa sta facendo in campagna elettorale per capire certa gente dove si è posizionata: non è difficile, basta avere voglia di battere il territorio e fare qualche foto o attingere direttamente dal web. Abbiamo dovuto fornire per l’ennesima volta un quadro preciso dei luoghi dove sarebbero e sono avvenuti gli inquinamenti del voto: di fronte alla scuola Mazzini, di fronte alla scuola Cavour, di fronte alla de Sancitis, di fronte alla D’Annunzio, anche di fronte alla Bosco, facendo la spola con un’auto parcheggiata nella zona del velodromo.
Abbiamo dovuto spiegare al comando dei vigili urbani di Marcianise che vanno oscurati i manifesti affissi illegalmente, che vanno multati coloro i quali li hanno affissi; e che tutto questo va fatto in modo celere perché altrimenti si dà l’impressione che tutto è consentito. Poi abbiamo dovuto spiegare che calunniare le persone è un reato e che uno dei reati più gravi è il condizionamento del voto, in modo palese o subdolo, utilizzando soggetti e società che sono collegate alla criminalità organizzata addirittura in modo diretto per avere precedenti specifici a livello personale o familiare.
Tutto questo l’abbiamo spiegato ai soggetti qualificati che sono deputati a ciò. Agli elettori vorremmo solo spiegare che per questa campagna elettorale abbiamo speso finora 3.500 euro, grazie alla nostra parsimonia ma soprattutto grazie al volontariato entusiastico; a fine campagna elettorale arriveremo di poco sopra i 5mila euro, raccolti tra amici, e di ciò siamo orgogliosi: ne daremo ovviamente pubblico riscontro. Non avevamo soldi da riciclare, non avevamo soldi da mettere sul piatto perché noi viviamo di stipendio e quindi non siamo ricchi; volevamo essere rispettosi di quei marcianisani che sono travolti dalla crisi economica e che giustamente ora più di prima detestano i professionisti della politica e gli arricchiti della politica. Sempre agli elettori vorremmo spiegare che finora non abbiamo affisso manifesti se non fuori ai comitati, sia perché ce li coprivano sia perché siamo contro gli sperperi e contro l’oltraggio della città: continueremo così, perché rispettiamo Marcianise e anche perché in fondo proviamo vergogna. Sì, noi proviamo vergogna”.

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Alfonso Alberico - Marcianise

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