Pur trovandomi fuori Capodrise ho appreso nelle prime ore della mattinata del 1 Maggio la notizia in ordine a presunte spaccature nella sezione locale di Italia dei valori. La notizia ha fatto così clamore da innescare una serie di telefonate atteso che coinvolgeva non solo i livelli locali bensì pure quelli provinciali. Capodrise è stata definita dal Presidente Di Pietro, “caso splendido ed isolato in Terra di Lavoro”, ha avuto l’onore di ospitare il nostro leader maximo quel meraviglioso 13 Maggio 2011 allorquando ebbi l’onore di veder chiusa la mia campagna elettorale proprio da Antonio Di Pietro, e costituisce punto di forza ed equilibrio nel complesso scacchiere provinciale del partito. Fatta questa dovuta premessa, veniamo ad una necessaria smentita dei contenuti della notizia artatamente diffusa.
La sezione di Capodrise, da sempre connotatasi per la sua profonda unità interna fondata sulla dialettica e sul confronto, ben diversa da quella imposta da “soggetti unici o da direttori di gestione” quali quelli propri ad altre realtà locali; dialettica e confronto che possono portare a posizioni diverse che poi, attraverso anche lo scontro politico, giungono ad una sintesi unitaria; al di là di queste becere notizie da cortile ovvero da bar, mai alcuna voce di dissenso o di contrasto è stata udita ufficialmente o sugli organi di stampa.
Non esiste un “gruppo Salzillo” come non esiste un “gruppo Sica”: in Italia dei valori a Capodrise esiste solo il partito e null’altro; leggere di manovre sottobanco da parte di Antonio e Raffaela Salzillo o di azioni tese a deporre o mettere in minoranza da parte di Pasqualina Sica mi fa venire il voltastomaco attesa la loro totale infondatezza; stiamo parlando di persone con la “P” maiuscola che hanno improntato il loro impegno politico esclusivamente al “bene di Capodrise” in primis e al “bene di Italia dei valori” in secondo luogo; gli interessi personali, evidenti in altri partiti e gruppi, non hanno mai attecchito in “casa nostra”; le faide non ci sono mai appartenute e la dolorosa scelta di “correre da soli” di certo non è dipesa da Idv, che ha sempre inseguito il “sogno del centrosinistra unitario”, sogno, perché solo questo è stato, infrantosi di fronte agli assurdi “aut aut di natura personale” ovvero alle “scelte di comodo in cui sinistra e destra si sono appassionatamente abbracciate in progetti fallimentari” o al timore “del confronto democratico nelle primarie”; la nostra fu una scelta di coerenza, premiata dalla cittadinanza con un risultato unico quanto a consensi per un lista Idv, in cui il perseguimento di un progetto ha prevalso rispetto agli interessi di parte: qualunque alleanza con una delle altre tre liste, e posso garantire che in tutti e tre i casi saremmo stati accolti a braccia aperte, avrebbe portato Idv a governare Capodrise ed anche, visto il riscontro in termini di consensi, con ruoli di primissimo piano.
Invece, abbiamo deciso di vincere il premio del fair play in campagna elettorale ovvero quello del miglior programma e, pur rimanendo fuori dal Consiglio Comunale (al TAR non è interessato che in una sezione fossero stati attribuiti due voti in più, tra l’altro proprio quelli mancati a noi), siamo una realtà viva e lo dimostreremo nel prossimo futuro.
Si è parlato di disimpegni ed allontanamenti ed in parte li confermo; al riguardo voglio evidenziare che Capodrise è piena di soggetti che si interessano alla politica ogni cinque anni (magari partorendo aborti come squallide alleanze tra destra e sinistra in cui coerenza e appartenenza partitica vengono sacrificate sull’altare di progetti, fallimentari, informati alla gestione del potere): se persone che in Idv hanno dato molto e in modo unilaterale si prendono una pausa di riflessione e di riposo, senza aderire ad altri schieramenti politici, questo fa clamore…
Tutto ciò per dire che a Capodrise l’unica voce che può spendere il nome di Idv è quella del segretario cittadino Pasqualina Sica che guida il partito con unità di consensi. Riguardo alle maggioranze e minoranze nell’ambito provinciale la notizia mi appare parimenti artata e strumentale non so a quali obiettivi contingenti: il partito è unico, retto da Pino Crispino ad esito di un Congresso unitario, e parlare di passaggi da “gruppo Giordano” a “gruppo Diana” mi sembra un qualcosa al di fuori della realtà.
Chi conosce Riccardo Corridore e gli altri dirigenti provinciali e regionali di Capodrise ben sa quale sia il loro pensiero, l’opera di mediazione svolta dal sottoscritto nella fase pre-congressuale, nonché il progetto già da tempo perseguito: quello dell’unità del partito, unità fondata sulla coerenza e sul rispetto degli impegni assunti; diversamente da ciò adesso un capodrisano sarebbe coordinatore provinciale; e questa è un’altra verità incontestabile che la dice lunga sulla realtà dei fatti e sulla lealtà delle persone coinvolte.
Avv. Riccardo Corridore (Dirigente Regionale e componente della Segreteria Provinciale Italia dei valori)