Alla fine sarà un tribunale a stabilire se la decisione di spodestare Angelo Zarrillo Maietta dallo scranno di Presidente del Consiglio Comunale è stata legittima oppure no. Già fissata la data dal Tar Campania che venerdì scorso, rigettando la richiesta di sospensiva, ha fissato per il prossimo 14 settembre l’udienza camerale e probabilmente già la decisione sul merito. Il ricorso proposto dallo stesso Zarrillo Maietta, è stato impostato dagli avvocati Chicco Ceceri ed Antonio Nardone ed è supportato da ben 29 documenti in cui si tenterà di dimostrare la condotta assolutamente integerrima da parte dell’ex presidente nel portare avanti la sua carica di massimo rappresentante dell’assise comunale.
Una situazione che a quanto pare potrebbe vedere vincitore il ricorrente e creare ulteriore imbarazzo al sindaco Antonio Tartaglione che su questo argomento aveva ostentatamente messo la sua faccia apponendo anche la propria firma in calce al documento votato poi in Consiglio Comunale. Un round vinto, per ora, dalla fascia tricolore e che ha anche portato scompaginamento all’interno della minoranza. Si è, infatti, praticamente “sfrantummato” il partito dell’Api che nella speranza di buttarla tutta in tatticismo ha finito per deliberare il non voto in Consiglio Comunale. Deliberato che alla fine è stato seguito solo da Piero Squeglia visto che ben 4 consiglieri comunali non hanno di fatto condiviso quella linea politica e tre di loro si sono presentati in Consiglio per votare insieme al resto della minoranza Pd-Idv. Imbarazzo politico che ha costretto lo stesso Squeglia a scrivere due distinti documenti in cui, nel tentativo (molto forzato) di recuperare una situazione scivolosissima, ha di fatto elaborato una strategia che prevede addirittura un’apertura politica all’attuale sindaco Tartaglione. Insomma confusione aggiunta a confusione che destabilizza ancora di più la già precaria situazione politica attuale.
Imbarazzo che si taglia a fette anche durante le giunte comunali come quella riunita ieri mattina che è servita esclusivamente per nominare tre avvocati necessari per difendere il Comune da altrettanti contenziosi. Imbarazzo, dicevamo, evidente visto che ben tre assessori facenti capo all’Udc ufficiale siedono ancora nell’esecutivo comunale mentre il loro gruppo consiliare di riferimento si trova, almeno per ora, in dissenso con il sindaco. Alla fine, però, la giunta si è tenuta ed ha anche nominato il legale che (paradosso dei paradossi) dovrà difendere il Comune ed il Sindaco dal ricorso promosso da Zarrillo Maietta. Sarà Ciro Centore, avvocato di Caserta e pare vicino all’assessore Trombetta, a tentare di annullare l’istanza alla base del ricorso. Sarà una bella sfida visto che l’avvocato Chicco Ceceri oltre ad essere un esperto di diritto amministrativo gode di ottima stima negli ambienti della giustizia amministrativa napoletana. A sostegno del ricorso pare siano stati prodotti una serie di documenti che fanno leva sul fatto che Zarrillo Maietta abbia sempre goduto della stima del consiglio comunale e che la motivazione della sua destituzione sia più il frutto di un complotto politico ordito da una frangia interna alla maggioranza di centrodestra (dove proprio i Popolari Liberali sembra abbiano impostato l’intera strategia) piuttosto che di irregolarità nell’espletamento del suo mandato. Il problema sta proprio nel fatto che lo statuto e la legge prevedono la revoca del presidente del consiglio comunale solo per gravi e fondati motivi legati alla gestione del mandato e non per opinioni politiche magari manifestate attraverso “facebook”. E lo stesso Zarrillo Maietta non sarebbe l’ultimo e nemmeno l’unico, a quanto pare, che potrebbe essere rimesso al proprio posto da una sentenza del tribunale amministrativo.
Zarrillo Maietta ricorre al Tar contro la revoca. Fissata per il 14 settembre l’udienza camerale
9 Ago 2011
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Sindaco,già sei stato commissariato,ora e tutto chiaro,la città capirà subito, dalla scelta del legale di fiducia dell’ente.
pure il ricorso al TAR, ma per favore……………………………..
Il coinvolgimento del consigliere comunale Squeglia e’ legata ad una questione numerica o di esperienza amministrativa? Non condivido la Sua apertura al Sindaco Tartaglione, tantomeno la strategia imposta ai consiglieri comunali dell’Api. Non e’ una questione generazionale, ne’ di scuola di pensiero ma ritengo tale modalità d’intervento anacronistica e non rispondente al pensiero dei cittadini marcianisani che sollecitati, anche dall’Api, hanno votato al passato Referendum.
Io al suo posto manderei a quel paese tutti, sia quelli che mi vogliono che quelli che non mi vogliono. Se la mia presenza non fosse di giovamento alla cosa pubblica mi ritirerei senza fiatare
Per quanto attiene la questione revoca dalla carica di Presidente del Consiglio comunale, non c’è e non ci sarà sentenza del TAR che valga rispetto a tale questione : IL DOCUMENTO FIRMATO DAI CONSIGLIERI COMUNALI E DAL SINDACO LA DICE IN MANIERA MOLTO CHIARA QUAL’E’ LA QUESTIONE.
I CONSIGLIERI VOTANTI, AGGIUNGIAMO, RAPPRESENTANO IL POPOLO, che per una seconda volta, lo BOCCIA CHIARAMENTE: ricordate la sua candidatura a Sindaco?
Perciò smettiamola, e pensiamo ad altro….
Saluti. I Liberali Moderati
I consiglieri comunali lo nominarono presidente ed i consiglieri comunali gli hanno revocato il mandato. Una cosa più logica e giusta non la si potrebbe trovare. Ma questo Maietta ed il suo mentore non lo capiranno mai. Troppa arroganza. Anche altri politici hanno usufruito dell’aiuto momentaneo del TAR nel passato, come ricorda anche l’articolo, ma alla fine non servi a niente. Sarà lo stesso anche stavolta?
X Franco :
(da wikipedia)i tribunali amministrativi regionali (TAR) sono organi di giurisdizione amministrativa, competenti a giudicare sui ricorsi proposti contro atti amministrativi da privati che si ritengono lesi (in maniera non conforme all’ordinamento giuridico) in un proprio interesse legittimo. Si tratta di giudici amministrativi di primo grado, le cui sentenze sono appellabili dinanzi al Consiglio di Stato.
Credo che sia leggittimo.
legittimo 1 g
Se fossi il sindaco, mi dimetterei senza esitazioni se AZM dovesse vincere il ricorso: come saggiamente ricorda l’articolo, il sindaco ci ha messo la faccia!
E nun se fa’ capace stu’ cucchier’…
X LUMINO,
ti ringrazio della spiegazione, anche se deludentoti un pò, ti faccio presente che lo sapevo già, il mio commento si riferiva ad un altra questione:
La maggioranza (risicata) ha votato a favore della sfiducia? si, ed allora facciamola finita, mica è obbligatorio avere degli incarichi.
E’ possibile che i giudici del TAR siano capaci di modificare anche le volontà politiche di 19 consiglieri? C’é da aspettarsi tutto!
Zio Mimì é proprio forte!
Egr. Prof. Marino, sicuramente il TAR darà ragione all’ex Presidente, e poi? contro la volontà di 19 consiglieri che farà? si risiederà sullo scranno? ………….non capisco
perchè confondete la volontà popolare con quanto è accaduto?ormai è di moda(berlusconi docet),qnd non si hanno giusitifazioni appropriate(rectius legittime),evocare questo concetto di sovranità popolare che non ci azzecca una mazza con un atto della pa.Sta al Tar sentenziare se l’atto sia affetto da vizi,di merito o di legittimità,che possano portare alla revoca/o annullamento dell’atto,o se l’azione sia stata corretta,alla sua procrastinazione(salvo ovviamente il ricorso al CdS o alla Corte di Cass.).Appunto per questo,nella prospettiva di Z.M., potrebbe essere che l’atto sia affetto da eccesso di potere…chissà…..
Giandomenico, se non lo capisci si tratta dei concetti base di democrazia. La maggioranza dei consiglieri comunali lo ha eletto, a suo tempo, presidente e la maggioranza dei consiglieri comunali gli ha revocato la nomina. Più democrazia di cosi!
Chi stà facendo abuso di potere è, invece, il buon Zarrillo Maietta, a cui non và proprio giù di dover lasciare la poltrona.
non si può fare della questione in oggetto solo e soltanto una questione di democrazia(altrimenti si potrebbe agevolmente dire che qst non è la coalizione eletta democraticamente dal popolo marcianisano)…io entro nel merito sto soltanto dicendo cosa può aver letto Z.M. nella decisione di revocare il suo incarico.Sono neutro,non mi interessa qst politica marcianisana che fino ad oggi ha prodotto solo figure di merda!
Tutte le verità,su questo caso sono racchiuse nell’intervento in C.C. fatte del Consigliere Giuseppe Riccio,altro sono solo macrabe lugubrazioni funebre!
Dal documento politico a firma del PD e IDV:
Noi non condividiamo quasi nessuno degli argomenti posti alla base della richiesta di revoca del Presidente del Consiglio. Sono argomenti labili, deboli e sono viziati dalla necessità di giustificare l’atto stesso di revoca.
Noi prendiamo in considerazione l’atto di revoca in quanto atto politico, certificazione ufficiale della fine di questa amministrazione.
Signor Sindaco, noi leggiamo anche con molta chiarezza, nel documento che avete depositato, un fatto inopinabile: Lei non ha più la maggioranza in Consiglio Comunale, constatato che il documento è firmato da Lei e soltanto da altri 14 Consiglieri Comunali.
Sarebbe stato naturale da parte sua, una volta constatato ciò, trarne le dovute conclusioni e quindi dimettersi. Pertanto qualsiasi sarà l’esito di questo Consiglio Comunale lei dovrà depositare le sue dimissioni e liberare la città da ulteriori negativi esiti di questa farsa. Continuare l’amministrazione con una maggioranza raccogliticcia , magari recuperata volta per volta sui singoli argomenti, sarebbe come voler continuare a lavorare contro gli interessi della città e dei cittadini