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Ecco l’atto d’accusa dei 15 a Zarrillo Maietta: “Non adeguato al ruolo di presidente”. Pressing sui fimatari

Politica sempre più arroventata in questo inizio di estate in città. Sono state rese note ieri le motivazioni che hanno portato 14 consiglieri comunali più il sindaco a chiedere con un apposito documento la revoca del presidente del consiglio comunale Angelo Zarrillo Maietta. Nel documento sono elencate le ragioni, secondo i sottoscrittori, per cui il presidente dell’assise comunale deve essere revocato. Di seguito vi elenchiamo uno per uno i comportamenti messi in essere dallo Zarrillo Maietta che avrebbero “ripetutamente eluso il ruolo affidatogli da tutti i consiglieri comunali eletti, contravvenendo ai principi ed alle norme regolamentari”. Secondo i sottoscrittori il presidente avrebbe “convocato i consigli comunali senza intesa con il Sindaco nè con la conferenza dei capogruppo; avrebbe interpretato il ruolo di “regista” dell’amministrazione, di assessore e di “sindaco ombra”; non avrebbe trasmesso agli assessori i verbali delle commissioni consiliari dove erano contenuti gli indirizzi politico amministrativi dei consiglieri comunali; non avrebbe regolato bene i calendari delle sedute delle commissioni consiliari in quanto alcune sedute si sovrapponevano; avrebbe nominato in maniera discrezionale il vice presidente del consiglio comunale; avrebbe convocato il consiglio comunale su “ordine e sicurezza” in autonomia senza concertarsi con sindaco e i gruppi consiliari; nel convocare il consiglio comunale sul “gassificatore”, non avrebbe dato la necessaria diffusione presso la cittadinanza del consiglio stesso dichiarando, inoltre, il “falso” di “aver visto i manifesti affissi” affissi in città; avrebbe convocato il consiglio comunale sulla crisi occupazionale senza concertazione; inoltre si contesta a Zarrillo Maietta di essere stato “stranamente fiscale” nella seduta del 31/05/2011 (seduta andata deserta per mancanza del numero legale ndr) contravvenendo alla conuetudine di iniziare con ampio ritardo. Questi comportamenti, secondo i sottoscrittori, dimostrano il “venir meno dei presupposti regolamentari, oltre che etici e comportamentali, consoni ad un ruolo così importante e delicato quale è quello del presidente del consiglio comaunale ma forse non congeniali a chi attualmente ricopre tale carica”.
Il dado, insomma, è tratto e, come abbiamo già spiegato in un precedente articolo, ha generato una reazione a catena che sarà difficile arrestare. Alcune considerazioni. Innanzitutto bisognerebbe comprendere perchè i consiglieri sottoscrittori del documento, visto il lungo elenco di “comportamenti non consoni” non abbiano mai profferito parola in consiglio comunale prima che il sindaco annunciasse il suo ultimatum. Seconda considerazione: dichiarare che un presidente del consiglio comunale, che non partecipa alle giunte, possa sostituirsi agli assessori o addirittura al sindaco, oltre ad essere un segnale di estrema debolezza politica rappresenta una accusa davvero difficile da dimostrare. A meno che non si tirino fuori atti di delibera firmati da Zarrillo Maietta, ma in questo caso si tratterebbe di materia da relegare ad un Tribunale Penale e non certo al Consiglio Comunale. Terza considerazione: il documento è stato firmato da 14 consiglieri comunali più la firma del sindaco Antonio Tartaglione. Questo vuol dire da un alto che per essere approvato il documento di revoca deve trovare almeno un altro voto in aula. Ammesso che tutti i sottoscrittori siano conseguenziali a ciò che hanno firmato, e cioè che siano tutti allineati e coperti in consiglio comunale pronti a replicare il loro atto di accusa (sappiamo che è in corso un pressing da parte dei vertici dell’Udc a far cambiare idea ai propri consiglieri comunali), sarà in ogni caso necessario far leva sui consiglieri che non hanno firmato, sia quelli di maggioranza che quelli di opposizione. Questo significa che la neo costituenda maggioranza politica per adesso non ha i numeri per governare, ma non significa che non l’avrà. Il ruolo chiave sarà interpretato dai consiglieri indipendenti del gruppo misto che non si sono ancora espressi al riguardo. Poi sarà determinante anche il comportamento delle minoranze, ma nemmeno loro si sono ancora formalmente espressi. Ma il particolare più interessante riguarda la firma apposta dal sindaco che, inevitabilmente, drammatizza tutta la vicenda politica e, in un certo senso, ne traccia anche il destino. Il sindaco sa che questo è un atto di debolezza, perchè di solito questo compito lo si relega ai consiglieri comunali, ma lo fa con consapevolezza. Egli ha impostato la questione di modo che siano davvero minimi i rischi che la revoca non passi. Questo lo può fare non tanto per il suo carisma e nemmeno per la convinzione di “giusta causa” da parte dei sosttoscrittori, ma perchè ha fatto bene intendere che qualora la revoca non passasse lui si dimetterà. Quest’ultima considerazione ci fa capire che probabilmente il primo cttadino ha imparato bene a manovrare le leve del potere, in poche parole a “comandare”. Quando questa vicenda sarà finalmente chiusa si spera che il sindaco impari presto, per il bene della città, anche a governare.

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Alfonso Alberico - Marcianise

17 Comments

  1. Solo Occhi
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  3. pasquale
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  5. ANTIMINO
  6. Per la NS TERRA!!!!
  7. Passaggio a Livello
  8. Solo Occhi
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