Cari amici, Carnevale ormai è trascorso e ci torna in mente la serata di sabato passata insieme a tutti voi. Le cose da dirvi sarebbero davvero tante, molte nemmeno esprimibili in un messaggio su internet. Allora ci limitiamo a dirvi semplicemente grazie. Grazie per essere venuti in così tanti nonostante la pioggia che ha fermato i meno fiduciosi, ve l’avevamo detto che non avrebbe piovuto. Grazie innanzitutto alle paranze ed ai grandi cantatori e suonatori giunti da ogni parte della Campania, è stato un attestato di stima che non dimenticheremo e che faremo di tutto per onorare. Grazie all’associazione Eclettica che ha organizzato con noi la festa dandoci una grande mano, grazie al ristorante My Earth che non si è fatto scoraggiare dal clima ed ha portato comunque il suo stand in piazza, ancora grazie alla Proloco 1 per aver messo a disposizione la sede di piazza Umberto I°. Grazie a tutti coloro giunti da ogni parte d’Italia a Marcianise, abbiamo incontrato amici che sono arrivati dalla Toscana, dall’Abruzzo, da Roma e dal basso Lazio, dalla Puglia, dal Cilento… affrontando la neve e l’acqua per venire ad onorare la nostra tradizione di ballo e canto sul tamburo, perché quella di sabato 5 Marzo, come avrete capito, non è stata soltanto la festa di un comune, ma la festa di una tradizione. Una tradizione che coinvolge persone che sulla carta provengono magari da punti diversi del nostro territorio, ma che sono accomunate dal senso di appartenenza ad una cosa che non si può delimitare in alcun modo, che non può appartenere a qualcuno in particolare perché è di tutti coloro che non possono fare a meno di tenerla in vita, opponendosi all’oblio tanto quanto alla musealizzazione ed alla speculazione. Questa cosa non ha nemmeno un nome ,se non quello generico di “ball ‘ncopp ‘o tammurr”, ma forse non ha nemmeno bisogno di essere nominata, perché ci basta sentire i primi colpi del tamburo per riconoscerla. Grazie a voi che siete venuti a sentire il tamburo, e dopo i primi colpi, l’avete riconosciuta.
Associazione culturale” Radici”
La festa pultroppo è stata solo per chi l’ha organizzata e per gli addetti.
Non c’erano marcianisani e mancava soprattutto ‘o bball’ ell’urz’. Della nostra suonata “bucci bucci ccì” solo qualche accenno fatto timidamente da Giovanni, sopraffatto da altri che l’hanno violentemente elaborata e storpiata.
I ballatori, quelli’mbè cercavano disperatamente di seguire il ritmo che gli veniva incurantemente imposto.
Se tutto restasse a Marcianise, andrebbe pure bene, tanto si sà che quello non è la nostra suonata, ma quando questi poi divulgono altrove ciò per ‘o bball’ e’ ll’urz’ cosa che non lo è affatto, allora è scorrettissimo e nuoce soprattutto la nostra tradizione.
Premesso che c’è ancora molto da recuperare per quanto riguarda il recupero sostanziale del nostro tanto “unico” ‘o bball’ e’ ll’urzo.
La contaminazione di una cultura è inevitabile, ma questo, quando nel passare degli anni, nuove generazioni titolari di una cultura, inconsapevolmente la modellano alle loro esigenze.
Ma se la contaminazione la elabora chi non è titolare (marcianisano) allora possiamo affermare che c’è una storpiatura, una violenza alla tradizione stessa.
Maria Teresa Costantino
Salve Signora Maria Teresa Costantino, l’evento è stata una festa per tutti i partecipanti i quali si sono divertiti un mondo genuinamente, basta leggere i tanti commenti positivi sulla pagina facebook, abbiamo dato lustro a Marcianise e le sue tradizioni in quella serata.
Vi consiglio un bel paio di occhiali visto che alle festa ci stavano i Marcianisani, i quali il giorno dopo si sono complimentati con noi e ci hanno chiesto quanto si sarebbe organizzata la prossima festa, se vuole vi posso fare i nomi e cognomi, lei da come commenta è venuta alla festa quindi già lei è una marcianisana. “‘O ball e l’urz” che lei non ha saputo nemmeno scrivere correttamente facendo gli stessi errori di trascrizione fatti in altri articoli simili (che coincidenza) è stato fatto secondo la tradizione, trasmessami da mia mamma e dalle signore che abitavano nel mio cortile quando ero giovane e allo stesso modo la sto trasmettendo ai ragazzi della paranza i quali in quella serata hanno tenuto il passo brillantemente anche quando il tamburo non era suonato da me.
La tradizione del nostro ballo riguarda una vasta area quella del basso casertano partendo da Maddaloni fino a Portico di Caserta, la ritmica di base è la stessa con piccole sfumature da paese a paese, purtroppo siete limitati con la testa e la cosa piu’ brutta che commentate anche se non tenete le giuste conoscenze. Noi stiamo trasmettendo la tradizione come si comanda senza elaborazioni, ognuno della nostra paranza è figlio della tradizione, ognuno ha avuto un esperienza diretta con la nostra suonata anche chi lei chiama non titolare di questa tradizione perchè non di Marcianise.
Vi posso fare i nomi e i cognomi di tutta la vecchia generazione che ci ha visto ballare e suonare e che ogni volta hanno confermato la nostra seria trasmissione di questa tradizione divertendosi con noi anche se anziani. Ancora vi posso portare a Maddaloni, San Nicola, San Marco dove la tradizione musicale è come quella marcianisana, anzi date un ascolto all’ultima pubblicazione di Roberto De Simone cosi ve ne rendete conto visto che noi non riusciamo a farvelo capire.
La invitiamo ai nostri incontri culturali che teniamo ogni martedi e giovedi in via Santoro,37.
Spero di aver commentato con la signora Costantino e non con qualche pseudonimo che nasconde la tristezza di qualche altra persona che in passato ha fallito o comunque sta fallendo in qualche cosa, bo?
Gia’ il fatto che lei ha commentato senza le giuste conoscenze, è una mancanza di rispetto per la nostra tradizione del “bucci bucci ccì”.
Buona giornata.
GIOVANNI MONTE
P.S. scusate per qualche errore di grammatica.
Buongiorno a tutti. Inizio con il mio “grazie infinito” per avermi fatto scoprire nuove tradizioni attraverso questa splendida esperienza! Grazie all’ospitalita’ che i marcianisani hanno saputo dare a me e ad altri amici venuti da Roma, ho avuto modo di conoscere in prima persona ‘O ball ‘e l’urz, la giuglianese, la tammurriata, e non ultima, la pizzica che da buon salentino ho avuto modo di apprezzare da Annarosa Vanore… Tutti hanno saputo accogliere con entusiasmo vivo e con disponibilità d’animo, superando distanze di chilometri e sopratutto le condizioni climatiche! Ho conosciuto una coppia di ragazzi venuti dalle marche, i quali mi chiedavano informazioni su queste tammurriate, e a loro volta proponevano il salterello Marchigiano. Il tutto in un’atmosfera magica… Timide luci di lampioni,flauti, organetti, tanti amici, anziani e bambini, venditori di strumenti popolari, vino, e tanta tanta voglia di ballare… Vorrei,trasmettervi le forti emozioni che ho provato nel sentire suonare le tammorre, le castagnette…suoni forti e pieni di vita che all’unisono, rimbombano ancora dentro al mio petto!
I miei complimenti vanno all’associazione RADICI, che ho avuto modo di conoscere mediante gli amici Giovanni Monte, Roberto Conchiglia, Luca De Simone, Ciro Raucci, Carmen Lammardo, Raffaele Negro, conosciuti attraverso uno stage tenutosi a Roma qualche domenica fa… Non perdete la vostra carica ragazzi, e se qualcuno vi scoraggia, voi sorridete e andate avanti… SONO SOLO PICCOLI OSTACOLI SUPERABILI!!!
DANIELE DE NUZZO (Roma-Ugento)