Non ce l’ha fatta Vincenzo Cibelli, il muratore 52enne di Marcianise che cadde il 30 ottobre scorso mentre lavorava su un’impalcatura nella zona industriale di Marcianise presso l’azienda S.M. SRL. L’operaio stava tinteggiando un padiglione industriale in costruzione insieme ad un collega, Aniello Allegretta 57 anni di Capodrise, quando sono precipitati nel vuoto dalla struttura mobile. Entrambi erano lavoratori in nero. Cibelli fu subito ricoverato in ospedale e la prognosi è rimasta riservata fino ad ieri sera alle 20.00 circa quando è spirato. Il collega, rimasto anche lui ferito, ma non gravemente, fu ricoverato ma ora è fuori pericolo di vita. Sia il proprietario dell’immobile che il datore di lavoro sono stati denunciati ed ora rischiano davvero grosso. Sotto sequestro lo stabile mentre il titolare della ditta è stato denunciato per aver assunto a nero i due imbianchini e per non aver osservato le misure di sicurezza previste dalla legge. Continuano le indagini dei Carabieniri di S.Maria C.V. guidati dal capitano Vincenzo Carpino, volte a verificare l’esatta dinamica dell’incidente. Resta da stabilire le cause che hanno portato alla caduta dal ponteggio alto circa 8 metri ed il perchè non ci fossero dispositivi o sistemi sicurezza in modo da evitare la caduto o il terribile impatto con il terreno. Cibelli, cha abitava con la famiglia in via De Curtis (rione Madonna della Libera), lascia la moglie Maria e due figli.
Il Presidente Consiglio Comunale Marcianise Angelo Zarrillo Maietta ha diffuso la seguente nota sull’accaduto: “Esprimo cordoglio per la scomparsa di Vincenzo Cibelli,morto per un tragico incidente sul lavoro. Alla famiglia va la solidarietà di tutto il Consiglio Comunale,sono vicino ai lavoratori che chiedono più sicurezza, più rispetto della loro dignità. Si è consumata l’ennesima tragedia sul lavoro nel nostro territorio.Questo richiama ad un impegno urgente e stringente su un tema su cui il nostro Paese continua a vantare un drammatico primato”.
Ennesima morte sul lavoro: non ce la fa il muratore 52enne che cadde da un impalcatura nella zona industriale
12 Nov 2010
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FRASI DI CIRCOSTANZA ESAURITE!
Gli omicidi ( al contrario della casta, definiamo gli eventi con il vocabolo appropriato! ) bianchi hanno già esaurito lo striminzito vocabolario della casta: non una parola è stata spesa per l’ennesima vittima immolata in nome dell’arricchimento della classe imprenditoriale. I tragici fatti del precedente delitto ( assassinio del lavoratore Renato Uccella, ferimento colposo dell’ingegnere Salvatore Tranchese, assunzione a tempo indeterminato postuma, pubblico cordoglio… ) avrebbero dovuto allarmare l’istituzione al punto da dichiarare l’emergenza. Alle frasi di circostanza dei politici di entrambi gli schieramenti è seguito un benemerito niente. Essi, che di morte bianca possono crepare soltanto se il mento casca loro dal palmo mentre pisolano durante le sedute consiliari, sono “giustamente” annoiati da un problema che non li tange e del quale sono tacitamente complici. Ed è ancora più triste che il dramma sia stato abbandonato anche dagli utenti di Caffè Procope rendendo di fatto l’ennesima vittoria della casta: è stato metabolizzato il conceto secondo cui sul lavoro muoiono gli altri, gli assassinii dei padroni fanno parte del gioco, non esiste alcuna modalità di intervento.
Hai ragione caro,Peppe! personalmente, non ho alcuna difficoltà ad accusare me stesso di colpevole silenzio. Tuttavia finchè alle parole non seguiranno fatti concreti, da parte delle forze politiche, quelle, però, che si richiamano alla giustizia, all’equità sociale, al bene comune, al lavoro inteso come diritto e non elemosina, le parole espresse resteranno sempre “di circostanza”. Penso che vi è una impellente necessità d’una nuova “resistenza”, e rimanere dietro un monitor o chiusi in un circolo culturale/associativo, possa risolvere ben poco. Ti ringrazio ancora una volta per ciò che scrivi.
Cordialmente
Marco RUSSO
Forse le parole hanno perso il loro significato,
quando intorno c’è solo distruzione ci resta
un dignitoso silenzio.