La «Di Pietro Spa», società leader nel settore della fornitura di prodotti e servizi per l’energia, rischia di chiudere i battenti. Il consiglio di amministrazione dell’azienda, che ha il centro logistico nel polo industriale di Marcianise, dieci punti vendita in Campania , tre nel Lazio, quattro in Sardegna e quattro in Calabria, ha deciso di mettere in liquidazione la società e sebbene l’azienda in località Ceraso nella zona industriale è ancora aperta, l’attività è purtroppo ferma. La decisione è stata comunicata la scorsa settimana ai dipendenti, circa 150 di cui 60 a Marcianise, divisi tra la società commerciale e quella di servizi, la Telelia spa.
L’azienda che ha il suo «motore» a Marcianise è stata fondata nel 1950 da Amedeo Di Pietro, nella sede di piazza Mercato a Napoli. Specializzatasi nella commercializzazione di materiale elettrico ad uso civile, grazie all’impegno dei figli di Amedeo, Massimo e Sergio, agli inizi degli anni 80 ha trasferito ad Afragola la direzione, gli uffici e il magazzino. Con l’ingresso nella società della terza generazione dei Di Pietro.
La Di Pietro figura anche, da quattro anni, tra gli sponsor del Calcio Napoli e del Basket Napoli, mentre organizza annualmente nella sede di Marcianise l’Open Space, una vera e propria fiera dell’elettricità , in cui si confrontano i produttori e i clienti. I proprietari, tra l’altro, lo scorso anno sono divenuti, uno presidente dell’associazione materiale elettrico Campania e l’altro presidente del consiglio direttivo dell’omologa associazione laziale. Insomma, una realtà imprenditoriale all’avanguardia che, però, si trova a fare i conti con la dura crisi che sta attanagliando tutti i settori.
 «Vogliamo capire le cause che hanno portato allo stato di crisi che sta coinvolgendo un’azienda come la Di Pietro, che finora è stata in continua espansione – afferma Vincenzo Sglavo, sindacalista della Fiom Cgil – conoscere il piano dei liquidatori e soprattutto garantire il futuro dei lavoratori».
Alla base del momento difficile che sta attraversando l’azienda, ci sarebbe un forte indebitamento dovuto proprio alla stagnazione del mercato o ad investimenti sbagliati, (si parla di circa 20 milioni di debiti) e una ripresa che tarda ad arrivare. Secondo alcuni lavoratori, l’azienda avrebbe proposto ai dipendenti di formare una cooperativa per saldare il buco, ipotesi scartata a priori dagli stessi a causa dell’impossibilità di far fronte a tali cifre. Un’altra pagina del difficile periodo imprenditoriale, fatto di tagli costi e situazione al limite della resistenza concreta. La chiusura della Di Pietro
spa, sarebbe un altro duro colpo per l’imprenditoria campana ma anche per Marcianise, la cui area industriale è già alle prese con importanti emergenze occupazionali e non in grado, in un momento in cui la crisi è ancora in fase acuta, di garantire un minimo di futuro ai lavoratori.
A rischio chiusura la “Di Pietro Spa”: in pericolo 60 famiglie marcianisane
12 Nov 2010
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