Torna a Marcianise il tradizionale appuntamento con la “Sagra della Rana“. Da giovedì 2 a domenica 5 settembre 2010, l’associazione “il Sito” organizza la VIII edizione dedicata agli anfibi verdi. Quest’anno, la già collaudata formula delle passate edizioni si arricchirà di nuovi contenuti per allietare le serate di grandi e piccini. Il tutto in un ampio spazio alberato, con tanta musica, buon cibo e parcheggio gratuito. La Sagra trae origine dall’antica usanza marcianisana di cucinare le rane fritte. L’anfibio era molto diffuso sul territorio di Marcianise e si pescava nei dintorni delle “Ripe di Santa Veneranda” (l’ex fiume Clanio oggi Regi Lagni ndr). Ciò era dovuto alla grande quantità di acqua esistente, sia in superficie sia nel sottosuolo, con una enorme falda freatica che in taluni luoghi quasi affiorava spontaneamente dal terreno (ad esempio, sui territori dell’attuale Centro Commerciale Campania e dello scalo merci) e delle vasche per la maceratura della canapa poi, avevano pacificamente invaso il territorio.
Un evento unico in Campania, quello marcianisano, che fa il paio in tutto lo Stivale solo con la festa gemella che si svolge in agosto a Talamello, paesino di 1.170 abitanti ubicato in provincia di Rimini, in Emila Romagna. Ed è proprio la particolarità dell’evento che attrae ogni anno migliaia di visitatori (l’anno scorso record di presenza con 15.000 persone) da tutto il cirondario casertano e da tutta la Campania. Ta gli ospiti anche la nota giornalista enogastronomica Monica Piscitelli, redatrice del Blog di Luciano Pignataro che lo scorso anno ha dedicato un ampio servizio alla sagra. Rane, soprattutto, ma anche anguille e le marcianisanissime “Pettole e Fagioli” cucinate secondo un rigido disciplinare della tradizione locale che vuole fagioli rossi e pettole impastate solo con acqua e farina per renderle callose e gustosissime. Per i nostalgici non può mancare il condimento con il peperoncino e la cotica di maiale.
Uno spazio dedicato alla gastronomia, quindi, ma anche al rispetto dell’ambiente, tengono ad evidenziare gli attivisti de “il Sito”. E’ proprio di questi giorni, infatti, l’allarme del Wwf nazionale che denuncia il rischio estinzione per alcne specie di rane. Gli anfibi, in particolare, sono tra gli animali a maggiore rischio del pianeta, con un terzo delle specie vicine all’estinzione. Distruzione degli habitat, inquinamento, cambiamento climatico e una malattia fungina trasmessa dall’acqua stanno mettendo in serio pericolo la sopravvivenza di rane e rospi in tutto il mondo ma mentre l’opinione pubblica si mobilita per tigri, panda e cetacei, fino a oggi gli allarmi dei ricercatori per gli anfibi sono rimasti inascoltati. Secondo il Wwf, nel nostro Paese 28 specie di anfibi su 37 sono a rischio di estinzione. Negli ultimi tempi si sono attivati molti programmi di salvaguardia degli anfibi nel mondo e un ruolo fondamentale non solo per la conservazione diretta, ma anche per la ricerca e per lo studio di piani di conservazione, è svolto dalle aree protette. Il 28 Aprile è stata dichiarata la giornata mondiale degli anfibi (Save the Frog Day), evento organizzato su scala mondiale con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sullo stato di difficoltà in cui versano questi animali che stanno subendo un declino a scala globale.
“Noi utilizziamo esclusivamente rane di allevamento – tiene subito a precisare Pasquale Bellopede, presidente dell’associazione Il Sito. Le rane provengono da allevamenti del Polesine o della Turchia. Chi ci conosce sa che siamo degli ambientalisti della prima ora e ci interessa preservare queste specie animali così come il loro habitat naturale”. Rispetto dell’ambiente, quindi, ma anche delle tradizioni, a partire da quelle religiose. “Sono già due anni – spiega Bellopede – che abbiamo anticipato la sagra per evitare accavallamenti con la rituale Festa del Crocifisso. Tra le novità – conclude il presidente – la salsiccia di rane ed il mercatino dell’usato e dei prodotti tipici casertani”.
Scheda Riassuntiva
Luogo della Sagra: Marcianise, spazio antistante il Velodromo comunale, asfaltato ed illuminato, l’area sarà attrezzata con WC, anche per diversamente abili.
Contatti: mail info@associazioneilsito.it Tel e fax 0823 582108
Programma: da giovedì 02 a domenica 05 settembre Apertura stand gastronomici ore 19.30, Tutte le sere musica e balli di gruppo. Per l’occasione sarà allestita una esposizione di Rane e Anguille vive e di prodotti tipici locali, inoltre la manifestazione avrà come contorno un simpatico mercatino dell’usato.
Menù: Rane, Anguille, Pettole e Fagioli, Panini con salciccia e friarielli, patatine, zeppole alle alghe e altro, che il nostro cuoco e coordinatore delle cucine Carmine Russo metterà a disposizione con la propria professionalità.
Grande Parcheggio gratuito. Posti a sedere per tutti (disponiamo di ampio spazio).
La benemerita iniziativa della sagra della rana ha un valore storico-sociale importante, perchè, fino a 50 anni fa, la campagna marcianisana, con i suoi abbondanti piccoli corsi d’acqua, con i Regi lagni e le vasche da macerazione della canapa, era capace di soddisfare i palati e gli stomaci esigenti dei marcianisani.
Mi ricordo quando passavano le “ranugnare” con le sporte piene e pulivano, a richiesta, le malcapitate rane, tutte marcianisane.
Dopo aver ringraziato il “Sito” e, particolarmente, l’amico Pasquale Bellopede, mi permertto di suggerire una piccola iniziativa che ricordi questa nostra pecularietà, che era anche una risorsa economica. All’interno dello spazio della sagra mettete un cartello che denunci lo scempio del nostro territorio, che oggi, nemmeno ai più accaniti pescatori di rane assicura un quarto di KG. di rane, autenticamente marcianisane.
Pasquale, lo voglio ricordare anche a te che sei molto più giovane di me, che io ed un gruppo di amici per tre volte, in mezzo ai Gambetti, a Caserta, abbiamo fatto a botte coi Casertani che ci sfottevano con l’epiteto “ranugnari”.
Uno slogan che condensa tutta l’emergenza ambientale del nostro territorio potrebbe essere ” Vogliamo ancora le rane sul nostro territorio.”
Pasquale, fateli dei cartelli, nello spazio della sagra, che ricordino questa nostra drammatica condizione ambientale.
La battuta che, da ragazzi, ci avrebbe fatto ridere a crepapelle sarebbe stata questa: “Ragazzi, le rane che state mangiando vengono dal Polesine, dalla Turchia o dalla Cina!”.
Pasquale, scusami per l’intromissione. é stato uno sfogo di un “vecchio”! Mi sono permesso dare qualche suggerimento, perchè so che siete anche voi degli impenitenti ambientalisti.
Statevi bene ed auguri per la sagra.
Grazie Alberto, come al solito riesci a colpire nel segno, farò tutto ciò che mi chiedi! perchè sono cose giustissime, faremo i cartelli con le scritte, denunceremo ( come in passato) lo scempio del nostro territorio, noi come al solito (per tanta gente) siamo quelli che fanno questa Sagra solo per lucrare,per questo io ti ringrazio perchè hai detto,come tuo solito, quello che noi cerchiamo di dire da molti anni,
con le nostre manifestazioni alla gente.
Fanno delle sagre tipiche dovunque di tutti i tipi, e noi che siamo i rarugnari per tutti i partenopei, lo vogliamo scordare?, no! non ci stiamo! siamo per la cultura del recupero! i nostri figli che sanno del nostro passato?, gli archivi, dove sono gli archivi?, e se per molti
noi facciamo tutto ciò inutilmente( con sacrifici enormi)quei tal dei tali ci scuseranno, e che andasse a farsi benedire tutto il recupero
dei nostri avi, sia come tradizioni che cultura. Stiamo avendo un regresso socio culturale in questo paese incredibile!.
La nostra cultura contadina è ricca di tradizioni bellissime, noi potremmo avere dei piatti tipici D.O.C. (la rana), ma forse per noi è meglio chiuderci dietro a quei portoni alti 4 o 5 metri e restare soli senza cooperare con nessuno, che ci frega se ci rompono fontane con delfini del 600 se ci abbattono castelli o palazzi con la storia di Marcianise, piante secolari etc… ecco perchè noi tutti rimaniamo incantati davanti alle foto del primo novecento, la realtà è che siamo riusciti a far diventare brutta una Città che era un piccolo capoluogo dei paesini limitrofi e che i nostri avi ne andavano fieri.
GRAZIE ALBERTO !
fragolinaaaa!!! assì c staij vatt nù colp.
pasquale sta per Pasquale Bellopede
queste sono le cose che una buona e sana società civile dovrebbe passare ai giovani: un grazie a voi due e …….viva la rana! Cordialità …
Al Presidente del ” SITO ” e tutti i Collaboratori
Provo grande Ammirazione per la tenacia e la perseveranza, il duro e volontario lavoro, il sacrificio impiegati per la realizzazione di un evento che vedrebbe invece impiegare Enti ed Istituzioni a promuovere progetti che tendono al miglioramento della qualita’ della vita.
Far conoscere il legame che unisce il Territorio con il suo Patrimonio e la sua Ospitalita’ e’ l’obiettivo che il “SITO” realizza con la “SAGRA delle RANE” soprattutto Ospitalita’ di qualita’,per quel vasto pubblico che e’ desideroso di ritornare ad un contatto immediato e diretto con le origini del luogo e le sue tradizioni.
-Come cittadina marcianisana GRAZIE!!!!!!!
Perche’ la “Sagra delle Rane” e’ diventata un appuntamento fisso con la cadenza annuale dove oltre al piacere di stare insieme non c’e’ solo il puro e semplice assaggio dei prodotti tipici, ma la condivisione della curiosita’ nei confronti non solo dei prodotti di eccellenza del territorio Marcianisano, ma si potrebbe definire un appuntamento “TERAPEUTICO” aperto a tutti quelli che amano la cultura enogastronomica e non solo,ma sono bramosi di praticarsi una full-immersion, in un clima gioioso,nella nostra antica cultura rurale.
-Come Responsabile Nazionale del Movimento Ecologista “FAREAMBIENTE”: GRAZIE!!!!!!
Perche’ la “SAGRA delle RANE” reinterpreta nel solco della grande Tradizione i temi fondamentali della faticosa vita dei campi del popolo marcianisano: la NATURA e le TRADIZIONI del LAVORO.
Oggi di fronte alla profonda crisi che stiamo attraversando, i modelli tradizionali di sviluppo,la riscoperta rurale viene vista non solo a fini della valorizzazione della nostra cultura e della nostra storia,ma anche ai fini di un cammino della nostra economia verso modelli di crescita orientati allo “SVILUPPO SOSTENIBILE” e al “MIGLIORAMENTO della QUALITA’ della VITA”.
-Come Dirigente del Nuovo PSI: GRAZIE al PRESIDENTE Pasquale Bellopede e i suoi Laboriosi Collaboratori!!!!!!
Perche’hanno consentito alla nostra citta’ una nuova vocazione: di tornare a popolarsi, di rivivere ed essere pulsante centro di vita, grazie a questa “PROMOZIONE TURISTICA”.Atta a riscoprire lavorazioni tradizionali di prodotti alimentari di ieri che possono trasformarsi in volano di nuove proposte di rilancio anche per lo sviluppo imprenditoriale locale. Un caro saluto al Presidente e tutti i soci. Marinella Golino.
Grazie Marinella! sono commosso nel leggere tante parole e considerazioni profonde, sì! noi siamo convinti che le nostre tradizioni, che peraltro di cultura contadina, devono necessariamente essere tirate fuori dal quel cassetto che per troppo tempo è restato chiuso.
E’ un granello di sabbia nel deserto ma a nostro modo noi vogliamo gridare a Marcianise SVEGLIATI!!!!!!!!.
Perché la sagra della rana!
“Come le rane innanzi alla nemica
biscia per l’acqua si dileguan tutte…”
Canto IX dell’Inferno, versi 76 e 77.
E’ uno dei tanti ricordi del mio “mestiere” di insegnante: quei versi menzionati durante la lettura del canto diedero occasione di parlare di rane e di bisce.
Il dialogo, tra me e gli alunni e tra di loro, si fece ancora più acceso, quando alcuni asserivano che le rane non c’erano più, perché vi erano più bisce, che le mangiavano.
L’intervento più convincente lo fece Giovanni, l’alunno scolasticamente più sgangherato, figlio e nipote di contadini:” Mio nonno, quando viene con noi in campagna, soprattutto “ ‘O Vuosco”, ( il bosco, la zona sud-est della campagna marcianisana) gli viene da piangere. Dice che c’erano fossi pieni di acqua limpida, nella quale guazzavano felici rane, anguille, pesci e qualche paziente ed innocua biscia, che, ai margini dell’acqua, si guadagnava il suo pasto quotidiano. C’era un profumo di fiori ed ortaggi spontanei, sfiorati dal verde ramarro a caccia di insetti nocivi, un cinguettio, per niente assordante, faceva la serenata agli esseri viventi, uomini compresi, che si godevano quel paradiso”.
Lo interruppi: “ Giovanni, ora che c’è!”. Quasi con rabbia: “ Un fetore indistinto di chimica e materia in decomposizione; la vasche da macero sono piene di rifiuti e ci sono cumuli di immondizia sparsi un po’ ovunque. Non ho visto una rana, un pesce, un’anguilla, un ramarro, niente: un deserto squallido e senza vita. La stessa cosa si può dire della località “Carbone”, dove abbiamo un altro pezzo di terra!”.
La sagra della rana è un avvenimento importante per la nostra comunità, perché è un’occasione per ricordare a noi ed agli altri come era bello e prosperoso il nostro territorio, quando la rana la faceva da padrona nelle nostre campagne.
Era il simbolo della salubrità del nostro territorio, che ora, una lunga, cattiva, malaccorta e truffaldina gestione ci ha rovinato.
Il legame alle nostre tradizioni serve a far nascere una coscienza più accorta sulla necessità di una difesa ad oltranza del nostro territorio e per richiedere con forza il ripristino di condizioni ambientali, di cui hanno sempre goduto i nostri avi.
La rana, più delle altre forme di vita, è stata il simbolo vivente della salubrità delle nostre campagne, della nostra aria e delle nostre acque.
La partecipazione alla sagra è un sano e meritato momento di riposo dalle fatiche e dalle preoccupazioni delle quotidianità, un momento di gioioso incontro di popolo, che, però, mangiando e ridendo vuole castigare chi può e non fa niente per farci risentire il gracidio delle rane.
Complimenti ed auguri a tutti gli organizzatori che, coscientemente, hanno assunto l’impegno di far sentire il rabbioso lamento di Giovanni non solo a 25 coetanei, ma alle migliaia che parteciperanno alla festa.
Alberto Marino
Marcianise, 2 settembre 2010
W LE RANE !
gia’, albertone a voi la minuscola non la negheremo mai perche’ riportate alla luce cose che potrebbero occuparsi i paleontologi.a marcianise come altrove,i dinosauri si sono estinti 65 milioni di anni fa,le nostre rane e altracosa.
forse,non e da escludere che la citta’ potrebbe utilizzare come stemma araldico l’animale anfibio che ,trovo veramente carino e,perche’ no’ anche sulle uniformi dei vigili,sulle magliette dei calcatori o quando si cambiera’ la toponomastica di una strada apporre il simbolo della rana,bella idea potrebbe piacere a qualcuno.
il nostro bravo Antonio,il primo cittadino, gia’ e’ sui nastri di partenza per accaparrarsi un piattone di rane.ne va ghiotto ma,noi piu’ lesti di lui,arriveremo un giorno prima,dormiremo all’aperto stando piu’ vicino alla cucina perche’abbiamo il “cannaron sfunnat”.
comunque sarete il benvenuto state tranquillo che anche obama ha compreso di innumerevoli errori fatti dal suo governo,presto cerchera’ di ricucire facendo rientrare le valorose truppe.
ed a voi Tabacchiera,siate orgogliosa delle rane,portate fuori tutta la famiglia,(ovviamente lasciate qualcuno in tabacchino),di sti’ tempi sa i “zingari” sono sempre in agguato. il mitico MSD certo che vigilera su tutta la kermess,sulla qualita’e su eventuali lamentele.atteso anche la visita di un VIP nazionale della valorosa PDL.
staremo a vedere
DA SEMPLICE CITTADINO marcianisano reputo autoreferenziale e di bassa propaganda politica il commento della Golino. A Pasquale faccio gli auguri per la Sagra, bocca al lupo.
Grazie, POETA! uomo di cultura immensa! Marcianise ha bisogno di gente come te!
Pasquale Bellopede
no nun ce vac fragolina, ma cù chell che cost nà purzion e ranogn e pur congelat pò.
gia’,tabacchiera. voi vi intendete di fumo,no di carne bianche o per esempio come si prepara una portata.vi daremo una ricetta anche se lei non ha il palato raffinato come il nostro.siamo dei veri smafarati fidatevi.
500 gr di pollo, prezzemolo, menta. 1 patata,Importante la patata), sale, pepe, 1 uovo anziche’ 2,farina 00, pangrattato,
olio per friggere.Ci siamo?ok.
Bollite la patate in acqua salata e togliete la buccia. Mettete la patata nel frullatore, insieme al pollo, alla menta, al prezzemolo, al sale e al pepe. Con l’impasto ottenuto, create delle polpette, passatele nella farina, poi nell’uovo…e, come diceva Corrado Mantoni, “il pranzo e’ servito”.
noi di patate ci intendiamo.ve ne sono di tanti tipi.novelle,bianche,nere,americane,rosse,gialle e quelle autoctone di Marcianise,piene di selenio.io preferisco quest’ultime perche’giovano e mi trovo benissimo.
W La Patata!! W Il Pata-Pata!!
Complimenti agli organizzatori!
Queste occasioni d’incontro servono a ritrovarci e a riconoscerci parte d’un tutto: la comune origine e città d’appartenenza!
Con stima.
Franca