Il futuro dell’agricoltura in Campania ed il risanamento ambientale passano per un nuovo modo di concepire le colture e la terra. A sostenerlo con determinazione è il neo assessore regionale all’agricoltura Vito Amendolara. Laureato in Scienze politiche, è stato per 35 anni nella Coldiretti, associazione di rappresentanza e assistenza dell’agricoltura italiana. Ma questa non è stata l’unica sua esperienza professionale. Alle spalle, lascia diversi ambiti di lavoro: è stato vicepresidente della Camera di Commercio di Napoli; presidente dell’Ismecert (Istituto mediterraneo della certificazione dei prodotti); ha tenuto corsi a Portici, presso la Facoltà di Agraria, e presso la Scuola di specializzazione, in qualità di docente esterno di Sistemi agroindustriali e ha collaborato, infine, con la università Parthenope di Napoli. Insomma Amendolara è un tecnico che conosce bene la materia e, sosprattutto, conosce bene i disatri ambientali che compromettono fortemente il futuro agricolo della nostra regione.
La proposta, non nuova, che però potrebbe prendere piede nei prossimi mesi è la bonifica e l’utilizzo per la coltivazione di prodotti no food. L’assessore Amendolara pensa soprattutto a derrate utili per alimentare le centrali a biomasse. Nel progetto, che sta per essere approntato dall’assessorato regionale, c’è la possibilità concreta di localizzare un’impresa, la Novamont, che realizza bioplastica prodotta con i derivati dell’amido utilizzando vegetali no food. L’azienda ha proposto di aprire uno stabilimento in Campania proprio a Marcianise. Era già stato stilato un accordo di programma firmato da Bassolino e l’allora Ministro Bersani: si tratta, quindi, di un progetto concreto che potrebbe essere realizzato in tempi relativamente brevi.
Novamont è una realtà industriale nata da un gruppo di ricercatori che ha come slogan: “Chimica vivente per la qualità della vita”, ovvero l’integrazione tra chimica, ambiente e agricoltura. Il progetto di Novamont nasce nel solco della tradizione di trovare nuove strade utilizzando le materie prime vegetali, fonti rinnovabili di anno in anno, trasformandole in “bioplastiche” (Mater-Bi®), per applicazioni specifiche a basso impatto ambientale, aventi tutte le proprietà d’uso dei materiali tradizionali e la possibilità di essere completamente biodegradabili.
Mater-Bi® è un’innovativa famiglia di bioplastiche che utilizza componenti vegetali, come l’amido di mais, e polimeri biodegradabili ottenuti sia da materie prime di origine rinnovabile che da materie prime di origine fossile. I Mater-Bi® si presentano in forma di granuli e possono essere lavorati secondo le più comuni tecnologie di trasformazione delle materie plastiche, per realizzare prodotti dalle caratteristiche analoghe o migliori rispetto alle plastiche tradizionali, ma perfettamente biodegradabili e compostabili. Tutti i Mater-Bi® sono biodegradabili in compostaggio. Alcuni di essi compostano nelle più severe condizioni date dal compostaggio domestico; altri ancora biodegradano in suolo.Svariate le applicazioni e i settori d’impiego: ne sono esempio le applicazioni nel settore agricolo (pacciamatura, legacci), nella ristorazione (piatti, posate, bicchieri, vassoi), nell’imballaggio (frutta e verdura freschi, muesli, prodotti da forno), negli accessori, giocattoli, e biofiller per il settore auto.
Insomma se questo progetto dovesse essere portato avanti Marcianise potrebbe diventare un polo tecnologico di produzione delle bioplastiche che otterrebbe l’obiettivo molteplice di riconvertire l’area industriale in disuso, dare respiro all’occupazione e recuperare e purificare i terreni inquinati dai rifiuti e dalla diossina.
No food e risanamento ambientale: Regione punta ad un polo della bioplastica a Marcianise
24 Ago 2010
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Praticamente la proposta del PD marcianisano per l’atto di indirizzo politico del piano energetico. Questa e’ la prova che quest’amministrazione oltre ad essere miope e’ anche sorda.
condivido!
E’ STATO UNO DEI PUNTI CARDINI DEL PROGRAMMA ELETTORALE DELLE LISTA CIVICA “la nostra terra”. Condivido pienamnente…