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‘Ndunduniata, sfilano i carri di carnevale a ritmo di “past’ e less'”

“Il Carnevale a Marcianise è oramai un attesissimo evento in crescita. Quest’anno, infatti, per la 3^ ‘Ndunduniata, si prevede un’intensissima partecipazione popolare e si annunciano anche tante novità”. È quello che ha comunicato Michele Colella, presidente di TIRITO’, l’associazione organizzatrice dell’evento. “I carri quest’anno saranno sette, a tema vario – ha dichiarato Colella – e gireranno per le strade di Marcianise, al ritmo di Musica, Past’ e llesse e Carnevale, sia domenica 14 che martedì 16 febbraio, che è martedì grasso. Ci sarà il carro Michael Jackson, il carro Striscia la notizia, quello dei Puffi, il carro Joker, ci sarà ancora il Fantasma, l’Orchestra e infine L’incredibile Hulk. Ogni carro farà capo ad un rione della città, cosicché tutti i marcianisani si sentiranno direttamente chiamati a partecipare”. Sono finiti, quindi, i tempi in cui a Marcianise si assisteva solo a personalissime e sporadiche performance carnascialesche, in cui i protagonisti erano degli irriducibili nostalgici del “funeraledi Carnevale.
In quel caso si simulavano discutibili camere ardenti che avevano l’arduo compito di suscitare un sadico riso nei passanti distratti, e poi ognuno a casa, a sperare di vedere alla tv le sfilate di Viareggio o di Putignano. Da quando anche Marcianise propone le sfilate dei Carri, con la variante pregevole dei bottàri di Carnevale, per le vie della città, trainati da potenti trattori, la curiosità è gradualmente cresciuta e la fama dei carri è arrivata anche oltre i confini della città; i carri si presentano allestiti da scenografie varie, sempre più elaborate, che racchiudono spesso due filari di botti, e trasportano tanti giovani suonatori, che le percuotono con tanta foga, insieme a tanti ragazzini che battono su delle falci un ritmo tanto accorato, a tal punto, da sembrare veri maestri di musica; musica che accompagna vecchie e rispolverate canzoni della nostra civiltà contadina. Alcuni ragazzi sui carri, guidati da colpi di fischietto dai capo-pattuglia, percuotono ritmicamente botti e barili, mentre altri – con bacchette di metallo – battono delle falci. Vengono effettuati così particolari modelli ritmici tra i quali quello violento e ossessivo della “pastellessa” e quello lento della musica dei morti o quello cadenzato della tarantella, sui quali vengono intonati canti tradizionali. Si tratta di un momento di particolare intensità e di forte suggestione che ciclicamente si rinnova in un coinvolgimento generale di festa per tutto il popolo, a partire dai più piccoli, che già in tenera età si dilettano ad esercitarsi in percussioni con mazze e bastoni sui banchi di scuola. La storia di questa pratica è antica, ma la manifestazione è recente e sembrerebbe che Marcianise l’abbia copiata da paesi limitrofi. ma c’è da dire che la storia dei bottàri, nasce da una vecchissima tradizione in voga in tutto il circondario, tra cui c’era anche Marcianise, paese in cui si praticava la cosiddetta “‘Ndunduniata”, ovvero una musica generata proprio percuotendo vecchie botti, bidoni e caccavelle, spesso senza senso; rumori eseguiti, per esempio, per disturbare la prima notte di nozze di una persona vedova che si risposava, per rendere ridicolo il nuovo rapporto nuziale, quasi a dire che quella persona, non meritasse una nuova moglie, o forse solamente per invidia.
Questo modo di suonare, attuato a Marcianise e nel circondario, veniva comunemente eseguito fin dal periodo di Sant’Antonio Abate del 17 gennaio, e arrivava fino al martedì Grasso di Carnevale. Dai carri, infine, si scendeva e si avviavano feste che si svolgevano attorno a dei falò, di sera, e si protraevano fino a tarda notte; in tali occasioni venivano eseguiti anche canti e balli popolari accompagnati con “chiaccanette ” e ” tammurrri”.
“Dunque non è giusto asserire che i marcianisani hanno copiato la manifestazione dei carri – ha continuato Michele Colella – o meglio, non è del tutto esatto; e noi amatori delle tradizioni popolari ci teniamo a far sapere che si tratti di un’antichissima tradizione che va salvaguardata. In questo caso possiamo dire che la nostra Ndunduniata è una manifestazione che sta portando ad una nuova tradizione, in cui i protagonisti sono i giovani, che grazie all’obiettivo carnascialesco trovano impegno per svariati mesi. Tutto ciò non può che farci, prima riflettere e poi tanto piacere perché sappiamo che i ragazzi si divertono e si confrontano in una competizione sana e genuina. E posso dire con fierezza che nostri ragazzi hanno raggiunto un ottimo risultato, attraverso un grandissimo impegno, scaturito dal desiderio di poter essere protagonisti per qualche giorno, in una società sempre più difficile, distratta e caotica come la nostra”.
L’associazione TIRITO’ di Marcianise, quindi, continua a tenere viva la tradizione che da tempi e ricordi remoti voleva che i marcianisani a piedi raggiungessero il comune limitrofo per suonare e ballare a ritmo di “tammurro” e “chiaccanette”, nell’attesa che arrivassero le “battuglie” dei Carri Pastellessa nella centrale piazza di Portico di Caserta, in occasione della festa dedicata a Sant’Antonio Abate.
Nella tradizionale sfilata di carri, in bilico tra il sacro e il profano, c’erano alcune varianti, come quella che voleva che i bottàri fossero rigorosamente maschi e che non ci fosse attinenza fra la tradizione carnascialesca dei carri e quella dei bottàri di Sant’Antonio Abate, che avviene tuttavia in coincidenza con l’inizio del carnevale. Il passaggio dei carri, nella tradizione più pura, si rifaceva alla vita del santo che, vissuto in una famiglia agiata nell’Egitto del III secolo d.C., alla morte dei genitori distribuì le sue ricchezze ai poveri e girovagò fino all’età di cent’anni, liberando gli indemoniati dal maligno e circondandosi di animali, che proteggeva e curava: non a caso è ritenuto il protettore di tutti gli animali, ed è raffigurato in compagnia di un maiale.

Caterina Vesta

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Alfonso Alberico - Marcianise

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  1. gipsy safety