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Operazione “Faraone” contro clan Belorte: sequestrati beni per 120 milioni di euro

Nella mattinata di oggi, il centro operativo della Direzione Investigativa Antimafia di Napoli ha eseguito tre decreti di sequestro di beni e consistenze economiche riconducibili ai capi ed appartenenti di primo piano del clan Belforte. I decreti emessi dalla sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Santa Maria C.V. su proposta del Direttore della Dia, generale Antonio Girone, rappresentano un importante momento di attuazione dell’attività della Direzione Investigativa Antimafia che, attraverso articolate indagini patrimoniali, aggredisce i patrimoni illecitamente costituiti da parte di persone appartenenti ad organizzazioni mafiose.
Il provvedimento ablativo emesso dal Tribunale ha colpito gli interessi economici del clan Belforte alias “Mazzacane”.  Le attività investigative condotte dalla Dia poste alla base del decreto di sequestro hanno consentito di appurare che l’imprenditore Salvatore Tartaglione, soprannominato “o’ sergente”, incensurato, era parte integrante del clan Belforte, tanto da essere il principale referente per il settore degli interessi economici, figurando da prestanome per investimenti di varia natura per conto del clan. In cambio il Tartaglione aveva ottenuto la protezione per non essere ostacolato da altri sodalizi criminali come evidenziato dalle dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia Giuseppe Petrone secondo il quale nel momento in cui i Perreca-Piccolo avevano tentato azioni estorsive nei confronti del Tartaglione, il clan Belforte aveva reagito bloccando per rappresaglia le attività dei cantieri riconducibili al clan Piccolo, presenti sul territorio. A prova dell’organicità del Tartaglione, l’analisi dei flussi finanziari e degli incrementi economici realizzati, ha permesso di acclarare che questi ha realizzato un significativo e consistente incremento patrimoniale proprio in epoca prossima al consolidamento di rapporti affaristici con Salvatore Belforte ed all’instaurarsi del loro legame “professionale”.
Le iniziative economiche ed imprenditoriali, per lo più in campo immobiliare, portate avanti dal Tartaglione sono da inquadrare, pertanto, nel contesto associativo evidenziato dalle indagini della Dia e dal provvedimento di sequestro. Esse, infatti rappresentano la finalizzazione delle attività illecite della consorteria criminale, avente il doppio proposito di impedire, da un lato l’individuazione di risorse patrimoniali e finanziarie di origine illecita e di renderle al tempo stesso produttive, assicurandosi, in tal modo fonti lecite di ricchezza capaci di dissimulare l’origine delittuosa del capitale investito. Le indagini patrimoniali eseguite dal Centro Operativo DIA di Napoli, hanno permesso di accertare il possesso ingiustificato di numerosi beni da parte dei predetti. In particolare, gli accertamenti tecnici di natura patrimoniale supportati dalle investigazioni eseguite nella fase delle indagini di polizia giudiziaria, comprovano come il Belforte reimpiegasse i proventi di attività criminose in acquisti di beni immobili e di attività commerciali, attribuendo fittiziamente i beni al prestanome Salvatore Tartaglione ed ai suoi familiari per non apparire titolare in proprio e per non correre il rischio di sequestri e di successive confische ad opera dell’autorià giudiziaria, cercando così di eludere le disposizioni in materia di misure di prevenzione patrimoniale. Tra queste attività si segnalano oltre 80 immobili tra cui interi stabili con decine di appartamenti tra cui l’intero gruppo di stabili sito in Capodrise “Parco Irene 2” consistente in 34 appartamenti, 6 negozi, 13 garage; una villa faraonica sita in Caserta Frazione Vaccheria, Parco delle Vacche, costituita da tre livelli, con ampio parco di circa 3.500 mq e piscina. Tale villa è stata acquistata dal Tartaglione ad una asta pubblica. Un ulteriore villa in costruzione di oltre 2.000 mq, a Porto San Paolo in Sardegna, 39 appartamenti, 43 garage, 17 società, 52 rapporti finanziari e danaro contante per oltre 2.000 di euro.

Questo il totale del sequestro di beni al clan Belforte/Tartaglione-Tamburrino (per complessivi 120 milioni di euro):
– Villa di circa 500 mq al centro di un Parco di 3.500 mq con piscina;
– Appartamenti n. 39;
– Locali Commerciali n. 2;
– Garage n. 43;
– Appezzamenti di terreno n. 17;
– Società n. 15;
– Rapporti finanziari n. 52;
– Polizze assicurative n. 5;
– Mansarde n. 3;
– Denaro contante pari a due milioni di euro

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Alfonso Alberico - Marcianise

84 Comments

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