Quasi ultimato il progetto di implementazione del servizio di videosorveglianza. Il piano rientra nell’ambito dell’iniziativa posta in essere dal governo e tesa al potenziamento della sicurezza urbana e della tutela dell’ordine pubblico dei Comuni. Il capogruppo dell’Udc, Francesco Zinzi, è entusiasta : << Il numero di video camere era insufficiente. Per questa ragione ci siamo attivati per ricoprire in maniera più omogenea il territorio. Arriveremo ad avere circa 30 videocamere, che interesseranno il centro storico e le piazze di periferia, e che contribuiranno al controllo del territorio, pratica preventiva di primaria importanza nella lotta alla micro- criminalità . L'installazione del circuito di video sorveglianza sarà predisposto in centri urbani nevralgici, considerati maggiormente esposti ad episodi pregiudizievoli di vario ordine . Per i reati ambientali saranno installate telecamere in alcune aree, compresa la piattaforma temporanea di Santa Venere, a rischio incendi e sversamenti abusivi di rifiuti da parte anche di malviventi provenienti dalle zone limitrofe . Non sarà trascurato neppure il piazzale antistante la casa cimiteriale, anch'esso teatro di pratiche incivili del sopraiccitato tipo>>. E’ possibile apportare migliorie al progetto, ancora in fase di redazione, grazie anche al contributo dei consiglieri comunali. Continua Zinzi:<< stamane ho proposto di completare la sistemazione dei parcheggi di via Mundo e di via R. Musone con l’installazione di altre due videocamere. Ho altresì chiesto di progettare il sistema di video sorveglianza prevedendo la distribuzione del segnale tramite una fibra ottica, che offra una banda più larga di frequenze in previsioone di futura implementazione che possa trasmettere diversi flussi di dati. Siamo comunque aperti a suggerimenti e segnalazioni di cittadini per migliorare il servizio.>>
Implementazione servizio di videosorveglianza, soddisfatto Zinzi (Udc)
5 Ago 2009
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Si litiga tanto sulle luci da spegnere ad una certa ora, fontane che magicamente terminano la loro acqua e un campo di calcio senza porte (teatro mugnone senza torre scenica) per poi parlar di fibra. Questi filamenti vetrosi o polimerici capace di trasmettere informazioni alla velocità della luce non passa in aria e la su posa per km e km potrebbe costare molto di più rispetto ad una soluzione wireless con ponti radio (circa 8000 euro a km). Poi se durante il rifacimento delle strade si invita qualche azienda operante nel settore delle telecomunicazioni a posare qualche “cavetto” di fibra non sarebbe male sia per il comune che per gli utenti (il costo qui potrebbe scendere sotto i 4000 euro per ogni km). Immaginiamo ora di collegare S. Veneranda con gli uffici degli addetti alla “visione” e facciamoci 4 conti…
E ora , una pillola , una porzione di pillola di quella che sarà la medicina di stasera alla grande storia in prima serata rai . dedicata al ventennio .
Fu rapimento o liberazione ?
Il 7 agosto il duce fu trasferito nella villa Weber della Maddalena, per poi, il 28 agosto, giungere alla base della funivia del Gran Sasso, dove soggiornò nella Villetta fino a quandofu trasferito nell’ albergo Savoia . Dove attese invano, come disse, le sue camicie nere.Ancoraoggi si parla di _liberazione e non di rapimento come in effetti fu di Mussolini da parte di Hitler che lo costrinse a ricostituire il fascismo in Italia con la repubblica sociale di Salò.
Nel 1950 il quotidiano le Curiex ( il curioso) di Neuchatel (Svizzera) pubblicò il rapporto integrale in francese, approvato a suo
tempo dalle autorità americane, del comandante dell’operazione quercia (così come venne definita l ‘azionemilitare) il maggiore, oggi colonnello Otto-Harrald Mors.
Con un grosso cappotto su un vestito usato, il cappello basso sugli occhi: è cos ì che mi apparse il “grande uomo”. Sono
emozionato. Ecco dunque Mussolini “il Duce”. L’avevo conosciuto alcuni anni prima, nel 1937. Era una forte personalità, un capo superbo ed imponente… Oggi, è un essere malato, sfinito, irriconoscibile, le guance incavate e mal rasate, sbalordito dagli eventi
degli ultimi mesi, indeciso di fronte ai soldati tedeschi che gli fanno l’ovazione e dei quali sa soltanto che vogliono liberarlo.
Mi avvicino e mi presento a lui quale comandante responsabile delle truppe impegnate in quest’azione e gli annuncio che sarà immediatamente avviato presso di Hitler, al Gran Quartiere Generale. Mi tende la mano, parla tedesco e ringrazia con alcune parole
serene e gentili.
Aggiunge: “Sapevo che il Führer non mi avrebbe abbandonato”.
Ma il suo sguardo esprime molto di più delle sue parole. Vi si legge delusione e amarezza al pensiero che il suo popolo si sia separato da lui e che sono dei soldati tedeschi che vengano a proteggerlo, mentre nessun italiano si sia alzato per lui.
Provo di colpo una profonda commiserazione per quest’uomo infelice e, lo spazio di un attimo, un dubbio mi assale: ma è una buona azione renderlo al mondo?
Quando gli chiedo di uscire dall’albergo per alcune fotografie, non sono affatto stupito della sua risposate: “Faccia di me quello che Lei vuole”.
Sembra capire perfettamente che con questa liberazione, non è la libertà ad essergli effettivamente resa, e nemmeno la sua propria volontà. Incamminandosi con un sorriso stanco, mi chiede di esaudirgli un desiderio. Provo come della gratitudine di poter fare
qualcosa per lui.
“La prego, mi disse, metta in libertà le mie guardie. Esse sono state buone con me.”
Glielo prometto, risponsi! Mi ringraziò con aria stanca ed assente.
questo ed altro ancora , potete apprendere dai programmi dedicati alla grande storia , fortemente voluti da noi e richiesti ai vertici della rai . per potervi distrarre da cose futili che passano in questi giorni sui giornali . tranne su il giornale e libero . ove si fa capire al popolo come il sud è campione della truffa , come imbroglia e merita di stare con il quarto mondo . a zappare la terra , altro che progresso .
w la terra !!! w zapata !!! w la storia !!! abbasso i fannulloni !!! abbasso gli imbroglioni dell’autovelox !!!
Grazie a “Marcianise s’è desta”, Marcianise s’è “ammusciata”.
Alberto Marino
8 agosto 1956 – Tragedia di Marcinelle: un incendio in una miniera di carbone situata a Marcinelle, nei pressi di Charleroi, provocò 262 morti su un totale di 274 uomini presenti nella miniera .
per nom domemticare .
anche a marcianise . quanto si è fatto per la sicurezza sul lavoro ?
oltre alle donnine nude , nella catena di montaggio , noi , per la sicurezza , facciamo tanto .
nessun nostro sottoposto si è mai lamentato . hanno a disposizione anche una biblioteca di 100.000 volumi .
compresi i libri del nostro albertone . pensiamo di regalargli ( l’indirizzo,questa volta, corrisponde ) tutti i libri di pansa .da il sangue dei vinti a il revisionista . più 5 in condotta di giordano che ci illumina sulla ignoranza dei nostri studenti , nonostante vi siano più 100 e lode nelle nostre scuole ( il quercia di marcianise è al decimo posto in italia , ma gli studenti non sanno vangare cosa significa ).
w la zappa !!!abbasso zapatero che invidia berluconi !!! w la lega !!
Per “Marcianise s’è destra”.
Se vuoi farmi cosa gradita, regalami il tuo calendario delle ricorrenze, che utilizzzi con il “copia e incolla”.
Quando lessi “Il sangue dei vinti”, per la verità non l’ho mai finito, pensai a La Palice e non me ne meravigliai molto, visto che”nomina sunt consequentia rerum”: dall’allora non uso più l’aggettivo lapalissiano, ma “pansano”.
Stammi bene.
Alberto Marino
Non ho ben compreso un aspetto che non è stato sufficientemente chiarito nell’articolo. Per i reati ambientali, queste apparecchiature di videosorveglianza nei punti nevralgici indicati (S.Venera ed il piazzale antistante il cimitero)saranno segnalate?Saranno “implementate” in bella mostra? Se dovesse così essere, sarà, a mio modo di vedere, l’ennesima spesa inutile, altri soldini pubblici buttati via!
Marco RUSSO
Non concordo col commento del Prof. Alberto Marino. Non è affatto vero ciò che scrive su “marcianise s’è desta”. Grazie a questo onnisciente, solerte commentatore e dei suoi “infiniti” commenti, innumerevoli intestini pigri si son “ridestati”, ripigliando con rinnovato vigore, la consuetudine di abitudini fisiologiche mattinali, ormai dismesse per “noia mortale”.
Professore non sia ingrato: renda omaggio al nostrano, novello Pico della Mirandola!
Marco RUSSO