Il segretario provinciale del Partito Democratico Enzo Iodice ha convocato per giovedì 12 marzo alle ore 19.00, presso la sede di via Marchesiello a Marcianise, una riunione del direttivo sezionale con all’ordine del giorno l’analisi della situazione politica. La riunione, a cui parteciperà anche il segretario cittadino Pasquale Gaglione, si prospetta alquanto tesa. Tuttavia Iodice ha già puntualizzato che prodromica alla riunione sarà la stesura di un documento di condanna netta del comportamento di coloro i quali hanno determinato lo scioglimento del Consiglio Comunale e piena fiducia al Sindaco uscente Filippo Fecondo. Quest’ultimo ha lasciato intendere di essere disposto a ricandidarsi ma gli occorre una più ampia e forte legittimazione.
Gli ex consiglieri comunali e assessori (Abbate, Frattolillo, Foglia, Rondello, Bucci, Rossano, Piccolo, Tartaglione) del Partito Democratico si sono riuniti lunedì sera per concordare il testo di un manifesto che uscirà nei prossimi giorni sui muri della città. Il manifesto stigmatizza il comportamento di quanti hanno determinato lo scioglimento dell’assise comunale. Si parla infatti di gesto sconsiderato e sterile” privo di ogni valore politico.
Intanto dopo la decisione di ieri da parte del Consiglio di Stato di rigettare la richiesta di sospensiva da parte dell’Avvocatura dello Stato, confermando la data del 6 e 7 giugno 2009 per le elezioni amministrative, ha rimesso in campo i partiti che sono alla ricerca spasmodica di alleanze e candidature. Nel centrodestra voci sempre più insistenti, anche se assolutamente precoci, danno per quotata la candidatura del cardiologo ed ex consigliere comunale dell’Udc Antonio Tartaglione. A sostenere questa ipotesi sembrerebbero più gli ambienti del Pdl cittadino che lo stesso partito di Domenico Zinzi dove le aspettative a ricoprire quella carica riguardano anche altri esponenti del partito centrista a partire dallo stesso candidato alle ultime elezioni Giacomo Tartaglione.
Nell’ambito del centrosinistra movimenti si stanno registrando all’interno della sinistra storica dove Prc, Pdci, Verdi, Sinistra Democratica e Sdi stanno ipotizzando la possibilità di concorrere all’interno di una stessa lista. Ipotesi, quest’ultima, suffragata dai segretari provinciali degli stessi partiti. Del movimentismo dell’Italia dei Valori ne abbiamo già parlato. L’ex assessore Pino Riccio sta alacremente lavorando per la costituzione di una lista rafforzata dai nuovi innesti a partire dal coordinatore cittadino Peppe Ferraro (figlio dell’ex vicesindaco Domenico docente al Liceo Scientifico “Quercia”) , al medico Luigi Omarto, al primario di gastroenterologia Paternuosto al veterinario Renato Raucci, al dirigente scolastico prof. Celeste Blosio, l’ing. Mario Martone, l’avvocato Andrea Oliver ex consigliere comunale socialista durante l’amministrazione Zarrillo.
In situazione di stand-by, invece, il movimento dei Popolari Democratici in attesa di capire meglio gli scenari. Secondo indiscrezioni la compagine che fa capo al leader Piero Squeglia, starebbe aspettando che la leadership dei riformisti all’interno del Partito Democratico si consolidi per aver un interlocutore solido ed autorevole. Intanto si muovono i giovani capitanati dall’ex assessore all’ambiente l’avvocato Carmen Posillipo.
il buon cardiologo cosè elogiato è una brava persona ma politicamente non corretto infatti quando si costituì il consiglio comunale fece un brutto manifestto per giustificare la sua fuoriuscita dall udc ha militato per circa due anni come indipendente strizzando l’occhio all sx, ha più volte votato assieme alla maggioranza testimoni i consiglieri udc e altri oggi si reca al giudizio di pilato per essere candidato Sindaco questa è coerenza evviva
Il Sindaco Fecondo è caduto quasi un mese fa ed i politici di mestiere ancora non hanno detto nulla su come intendano affrontare le problematiche di Marcianise. Mi viene da ridere e da piangere. Se Fecondo, per sei anni non è piaciuto, dove sono finite le ricette alternative di PdL, UdC, Popolari Democratici o Liberali, correnti interne del PD, Comunisti, IdV, Verdi e Partito di chi ama la suocera?
Puntuali come le zanzare a primavera, si presentano per le elezioni orde di candidati in doppio petto che ciarlano per ore senza dire nulla, che sanno tutto eppure non fanno niente. Dovremmo dimostrare a costoro che non rappresentano nessuno: disertiamo le urne per snobbare i ciarlatani.
Non votate sto con te….
Facciamo la conta
A Marcianise si stanno registrando una serie di tatticismi mai registrati nella storia politica locale.
Stanno nascendo almeno 15 liste civiche, di cui 13 in appoggio alla PDL e due in appoggio al centro sinistra.
Esperto.
Se è il voto la primaria ambizione dei politici marcianisani votiamoli uno ad uno, sperando che i lettori di Caffè Procope trovino interessante l’esperimento e si cimentino di par loro.
FILIPPO FECONDO
Sindaco uscente (dalla porta di servizio). Non è stato capace di costruire un gruppo di lavoro in grado di far funzionare la macchina pubblica, ne ha subito le conseguenze venendo silurato. Il suo quasi duplice mandato è stato altalenante: dallo storico Consiglio Comunale alle porte della Siemens alle numerose occasioni perse per il rilancio del territorio. E’un architetto, non gli si può negare il principio di competenza per la riqualificazione urbana della città, sebbene non abbia incontrato il favore del gusto popolare. Si giocherà tutte le carti per un’improbabile ricandidatura che trascinerebbe nel baratro quel che resta del PD. Molti alibi per la deficitaria amministrazione, ma quando sbaglia la donna delle pulizie viene sempre licenziato il direttore. Calante: voto 3.
GIUSEPPE RICCIO
Furbesca l’iniziativa dell’IdV a Marcianise: liberale, sinistrorso, inutilmente antiberlusconiano. Un’operazione di maquillage che da un lato gli ha consentito di ammiccare alla giunta Fecondo e dall’altro di coccolare la nostalgia democristiana per Squeglia. Il disastroso operato e la traumatica conclusione del suo assessorato hanno evidenziato i limiti politici. Avrebbe dovuto rinunciare all’attività politica, non si è concesso neppure un anno sabatico. Arrogante: voto 0.
PIERO SQUEGLIA
Da decenni non accade nulla a piazza Umberto I senza la sua consapevole regia. Autocelebratosi come moroteo, non si è mai spogliato dello stile andreottiano. Burattinaio: voto 0.
DOMENICO ZINZI
Ne è passata di acqua sotto i ponti dalla frana sorrentina e dalla sfiducia alla Presidenza della Regione Campania, eppure riappare miracolosamente ad ogni tornata elettorale per sparire a poltrona acquisita. Perennemente a capo della casta medica, può contare su un esercito di votanti che riesce a farlo eleggere grazie all’efficiente effetto onda. Democristiano: voto 0.
ANTONIO TARTAGLIONE
Zinziano, poi no, di nuovo zinziano. Onnipresente nei consigli comunali, non ha mai inciso ne per decisioni ne per carisma. Manovrabile: voto 1.
SALVATORE BIZZARRO
Presidente del consiglio comunale uscente, non dimissionario all’ultimo minuto. Imprenditore di successo, manager vincente del Marcianise calcio. Ha avuto molte difficoltà nel trovare una collocazione politica a riprova che una città ed un’azienda sono molto diverse da condurre. Confuso: voto 4.
ANGELO GRILLO
La sua carriera politica è piena di strafalcioni non soltanto grammaticali: saccheggiò voti marcianisani per consegnarli a Bossi, ha detonato l’amministrazione Fecondo per una poltrona non concessa. In assoluto l’antitesi della politica. Dannoso: senza voto.
CANDIDATO DEL NOVELLO PDL: non pervenuto. Probabilmente le strategie di coalizione vengono prima degli uomini e dei programmi. Berlusconiano, chiunque sia: voto 0.
Hai dato voti molto alti.
Per me si doveva partire col segno –
Pur leggendo costantemente questo blog, finora non sono intervenuto, ma, in periodi di grande confusione, è opportuno chiedere qualche spiegazione, perché spesso dietro ad ogni azione apparentemente nobile si cela un fine ignobile.
Vorrei chiedere la differenza tra politica con la p maiuscola e quella con la minuscola, perché se Beppe Grillo (e sono in molti a dirlo) fa dell’antipolitica, come si potrebbe definire il Machiavelli quando svolge il ruolo che gli attribuisce il Foscolo, cioè quando svela “di che lacrime e di che sangue grondi” lo scettro dei potenti?
Vorrei, inoltre, capire con quale iniziale va scritta la tecnica politica con la quale si compongono le liste elettorali e si scelgono candidati, o quella con la quale si imbastiscono operazioni elettorali che invadono altri campi, come la cultura.
Vorrei capire perché, durante l’anno di commissariamento, le uniche notizie positive che riguardavano Marcianise venivano dallo sport e nessuno partito si è mai sognato di fare alcunché di culturale, mentre ora, alla vigilia delle elezioni, viene presentato un libro, già da tempo in vendita, da un partito politico.
Caro Alberto Marino, in questo periodo forse sarebbe stato opportuno tenere da parte Domenico Santoro, vero martire della libertà e delle proprie idee, evitandogli il ruolo di saltimbanco su una bancarella preelettorale, anche se a parlarne sono stati chiamati eccellenti professori.
Questi, infatti, sono stati inopportunamente mescolati a mediocri politicanti, che nulla hanno a che spartire con la letteratura o con le vicende storiche di Domenico Santoro, che, sappiamo, non essere mai stato un imprenditore. E nemmeno il partito socialista di allora somigliava molto a questo di Marcianise, di matrice chiaramente “decisionista” e “craxiana”, dove chi già non è imprenditore, aspira a diventarlo.
Per Filippo Fecondo.
Nel commento del 18 marzo, Fecondo, parlando dell’Amministrazione Zarrillo dice:”Molti di quelli che oggi ne tessono le lodi sono stati ferocissimi critici… e ritroviamo oggi, chi, avendo criticato con violenza ogni minimo atto di Zarrillo, chiede ipocritamente a Tommaso di rientrare in gioco”.
Non c’é bisogno, caro Filippo, di rileggere i quotidiani del tempo, né riascoltare le registrazioni: quello fui io!
Ero in contrasto con Tommaso per la scelta degli assessori e lealmente dimostrai questa mia avversione.
E’ un dovere dell’amico e dell’alleato “criticare” anche aspramente, quando non si é d’accordo!
E non “ipocritamente”, oggi, cerco di farlo rientrare in gioco.
Tommaso, da vero politico, non mi ha mai rimproverato quel mio atteggiamento e dall’alto della sua signorilità non ha mai dimostrato
risentimenti nei miei confronti, tant’é che siamo più amici di prima.
A Tommaso riconoscevo e riconosco grandi doti di mediazioni, competenza amministrativa e il possesso di un progetto politico della Città, per cui non mi dispiacerebbe un suo ritorno e premo per averlo!
Rileggiti, se vuoi, il versi del maestro di vita e di moralità nel canto decimo dell’Inferno (91,92,93): “Ma fui io solo, là dove sofferto
fu per ciascun di torre via Fiorenza,
colui che la difesi a viso aperto”.
Fierezza nella critica, ma sempre lealtà e mai ipocrisia!
Alberto Marino
Anche se di opinione politica opposta, sarei felicissimo di una nuova giuna Zarrillo, ma solo al patto che abbia le mani libere dal suo partito, ovvero che possa scegliere i suoi collaboratori e non che gli vengano imposti dalla “casta”.
Infatti la vera giunta Zarrillo è durata solo pochi mesi…poi a furore di “casta” gli fu imposto di cambiare quasi tutti i suoi assessori tecnici a favore di assessori politici.
E li rimprovero allo stesso Zarrillo di aver accettato, li doveva imporsi non doveva scendere a compromessi, perchè quello è stato ciò che ha trasformato la sua giunta da occasione storica a ennesimo fallimento di una giunta marcianisana.
Zarrillo fu eletto dal popolo contro tutto e contro tutti i poteri politici. L’avversario era Squeglia non un candidato qualunque.
Ma credo che quell’occasione è stata persa e i treni nella vita di una persona o di una città passano una sola volta