Con un lungo articolo dal titolo “Tatanka scatenato”, lo scrittore di “Gomorra” Roberto Saviano parla del pugilato marcianisano e dei due campioni, Clemente Russo e Domenico Valentino in partenza per le Olimpiadi di Pechino. Scrive Saviano: “Ci saranno due campioni nella nazionale azzurra alle prossime Olimpiadi: Clemente Russo, 91 kg, peso massimo, e Domenico Valentino, 60 kg, peso leggero. Ventisei e ventiquattro anni. Campione del mondo il primo, vicecampione il secondo. Tutti e due poliziotti. Pugili che gli avversari cinesi studiano da anni in previsione degli incontri di Pechino. Russo e Valentino sono entrambi di Marcianise, la tana dove si allevano i cuccioli della boxe. Quando crescono, vanno nella Polizia o nell’Esercito e infine dritto alle Olimpiadi”.
– Articolo completo su “L’Espresso”
– Reportage fotografico “Da Marcianise a Pechino”
Ho letto l’articolo, mi è venuto “‘o fridd nguoll” !!!
ma non ritengo giusto che la città di Marcianise (la mia città) venga romanzata in questo modo:
“Nel marzo 2008 il comune di Marcianise è stato sciolto per infiltrazione camorristica. E nel 1998 Marcianise era stata la prima città italiana dalla fine della Seconda guerra mondiale a vedersi imporre il coprifuoco dal prefetto. Negli anni ‘90 si contava un morto al giorno. Quando iniziarono a massacrarsi i Mazzacane e i Quaqquaroni, gli allenatori di boxe furono fondamentali per salvare il territorio. “
Forza ragazzi e forza Marcianise; siamo i più forti. e saremo l’orgoglio dell’Italia a Pechino
Ciao juagliù!!
Bello l’articolo e grande evidenza su L’Espresso. Stamattina, come ogni venerdì, ho comprato L’Espresso e ho trovato la copertina con una bellissima foto di Mirco Valentino. Ho trovato, inoltre, molto bello il reportage fotografico sul sito internet de L’Espresso con Russo, Valentino, Brillantino e gli altri allievi dell’Excelsior Boxe.
Sono però, in buona sostanza, concorde con Enzo Raucci. In realtà Saviano cade anche lui nella trappola mediatica. E’ chiaro che il “coprifuoco” fu una semplificazione giornalistica ed in base a questa semplificazione fu impostata una campagna mediatica. Si trattò, come tutti ricorderanno, di un’anticipazione della chiusura di esercizi pubblici (bar, circoli ecc.) che doveva servire alle forze dell’ordine per controllare meglio il territorio durante una delle più saguinose faide della camorra marcianisana. Alcuni omicidi, infatti, erano avvenuti dentro e fuori a delle caffetterie e circoli ricreativi.
La tecnica adoperata dai giornalisti è quella di dire mezze verità senza approfondire e senza dare alibi a nessuno (tanto nessuno approfondirà la notizia). Saviano ha raccontato una parte della verità. E’ innegabile che per circostanze storiche ancora da chiarire Marcianise si trova ad essere terra di camorra (Sales riesce ad interpretare abbastanza bene nel suo libro “Le Strade della Violenza” la camorra casertana, e quindi quella marcianisana, con un’approccio storico e sociale molto efficace). Ma come dicevo si tratta di una parte sola della medaglia. L’altra verità è che questa città è fatta per la stragrande maggioranza di persone laboriose ed oneste. Persino per Saviano è difficile approfondire il fatto che a Marcianise la cultura della camorra non è affatto dominante e coglie soltanto alcune fasce sociali. Non è possibile paragonarla al fenomeno mafioso siciliano, come non è possibile affiancarla a quella casalese. Sales ci spiega che nel napoletano, così come a Marcianise, più che di fenomeno mafioso si debba parlare di “bande di camorra”, per indicare una realtà circoscritta ad un numero limitato di persone piuttosto che ad una presenza generalizzata e presente in tutti gli ambienti(economico, politico, sociale, culturale). Molti marcianisani sanno della presenza della camorra perchè lo apprendono dai media locali e nazionali.
Sta a noi però valorizzare quel che abbiamo di buono e di meglio. La città va sempre difesa da “tutti” i marcianisani. E’ ingiusto ed ingeneroso trattarla come una massa di delinquenti per un semplice motivo: “Non è vero”.
Enzo secondo te perchè è stato mandato Saviano a scrivere l’articolo?
Pensi che a quelli dell’Espresso interessavano le gesta sportive dei nostri due pugili?
Io credo di no, altrimenti avrebbero mandato un giornalista sportivo, anche se nessuno mette in discussione il bellismo articolo romanzato di Saviano, che sicuramente fa più letteratura al pari di un freddo articolo di cronaca sportiva.
Ma c’è sempre un però… c’è il fine “ignobile” nascosto da quello nobile. Speriamo che non esca fuori, magari dopo una medaglia, che Marcianise, come paese di terra di lavoro vicino a Casal di Principe, ha nel proprio DNA la violenza e che i nostri pugili potevano andare in mani sbagliate, mentre grazie alla perseveranza di alcuni maestri di sport e di vita si sono salvati. Questo sarebbe inaccettabile seppur condivisibile per chi non conosce la nostra città.
E non dimentichiamoci di tifare i nostri pugili e di accoglierli nel migliore dei modi qualunque sia il risultato. Se lo meritano
BRAVI
Caro Barra, ovviamente si tifa per i nostri campioni,
ma soprattutto dobbiamo tifare per Marcianise, città fatta da volenterosi giovani e non; che vogliono trarre orgoglio non solo da imprese sportive ma anche da imprese sociali.
Però non vorrei trovarmi nella condizione dei giovani casalesi (giovani cittadini di Casal di Principe)che a prescindere della propria storia personale e familiare, passano per camorristi o affiliati a clan.
PS.: Alessandro mi presti il libro di Sales ?
Marcianise è una città piena, ma veramente piena di Talenti. Vi sono braccia forti, ma anche cervelli interessanti. Il bollino affibbiato di luogo di mali affari e di coscienze malvagie, non interessa il popolo Marcianisano. Ma solo di qualcuno che di questa città ne vuole fare, terra bruciata per interessi personalistici. Magari non ci vive nemmeno. Forza Marcianisani!!!!
è giusto quello che dici Enzo. Tifiamo per Marcianise, questo lo si vede dalle discussioni che vengono fatte in questo sito, c’è sempre più interesse, e questo è un bene.
Oramai si utilizza la “piazza” virtuale anzichè quella fisica che un tempo pullulava di giovani (volenterosi e non ) che discutevano tra loro.
Va bene così, va bene anche che si ricorda il coprifuoco, i mazzacane, i quaqquarone e chi più ne ha più nemetta.
E menomale che Saviano non ha ritenuto opportuno (credo) sottolineare che questi due campioni abitano in un paese il cui consiglio comunale è stato sciolto per, credo presunte, infiltrazioni cammoristiche. MENOMALE.
Grazie Saviano, grazie assai
Codice (barra)
A Enzo: certo che te lo presto. In ogni caso puoi ritiralo anche in Biblioteca Comunale, ce ne sono almeno 3 copie….
Ciao codice, noi ci conosciamo da tanto, mai dubitato della tua intelligenza, infatti sei uno di quelli con cui concordo su questo argomento, ma la piazza virtuale è “fake”, la piazza vera è sangue e amore, qui i commenti sono falsati, ci si maschera dietro i nomi, ed è facile il blablbla qualunquista, ritorniamoci in quella piazza, dai!!!
capito chi è il moderatore qui? gli daresti scolto faccia a faccia? dai!!!
Tmaki
Tmak..
certo che darei ascolto al moderatore anche in strada, fuori ad un bar.. ovunque. Come lo faccio con tutti, rispettandoli e ascoltandoli e credo di essere sempre contraccambiato, almeno lo spero :D
Per la piazza, si è vero era preferibile quella reale, ma ahimè oramai è difficile ritornare a ri-viverla. In altre città si cerca di incentivare i cittadini a vivere la città, da noi è il contrario.
La piazza è stata abbandonata dai giovani, ma si andrebbe OT in questa discussione.
Mentre il mio pensiero nel post precedente si è in parte avverato con lo speciale sulla Rai e il servizio al TG. Parlando con altre persone tutti si sono accorti della faziosità dei “pezzi” giornalistici. Lo sport come salvezza dalla camorra. Che ben venga lo sport e l’atteso palazzetto comunale, ma io non faccio sport in maniera agonistica e certo non sono stato un camorrista e come me ce ne sono tanti.
Ci sono rimasto male sentendo quelle cose in tv, Russo e Valentino sono due ottime persone prima che sportivi e non mi pare che siano “braccia” rubate alla camorra. Ma oramai questa parola fa business, ancora di più quando si parla dei casalesi.
Però..però… i casalesi.. quante persone stanno facendo “mangiare” e stavolta indirettamente e legalmente.
Potere dei media, potere della camorra.
Ancora un augurio ai nostri campioni che ci terranno incollati alla TV con il cuore in gola, peccato che sarò sui monti del Trentino quando combatteranno, ma vedrò di organizzarmi.
P.S.
Tmak però.. anche tu… sei scomparso :D
Ma e mai possibile che con tanti giornalisti e sportivi di marcianise, doveva venire chist’ a casale per parlare di marcianise boxe?
Una volta la boxe era definita la noble art; tempi in cui era roba da signori, che incrociavano a mani nude e testa eretta.
In realtà lo sport è sempre una metafora della guerra, con un vincitore ed uno sconfitto; con il passare degli anni e l’evoluzione culturale questa metaforica guerra si è andata sempre più cerebralizzando, per cui la morte dell’avversario spesso non la si avverte nemmeno.
Basti pensare al Risiko, al Monopoli (ove si fanno fallire gli avversari) ed infine agli scacchi (gioco violentissimo concettualmente).
La boxe no, non si è allontanata troppo dall’archetipo di riferimento; ci si picchia selvaggiamente, ci si fa male, l’obiettivo è quello di mettere FISICAMENTE fuori causa l’avversario.
Gli effetti sono spesso devastanti; non solo quelli immediati (quanti morti da ring, annualmente!), ma anche a medio e lungo termine; ormai è stato dimostrato che le concussioni e le commozioni cerebrali ripetute cui un pugile va incontro durante la sua carriera hanno spesso conseguenze disastrose, con un ventaglio di malattie serie, dal Parkinson alla demenza, alla depressione (chi non ha negli occhi l’immagine di Alì che accende tremante il fuoco olimpico ad Atalanta?)
Per questi motivi l’OMS (organizzazione mondiale della sanità) ripetutamente ha chiesto la messa al bando della boxe; per gli stessi motivi oggi la boxe è appannaggio dei paesi sottosviluppati, poveri, emergenti, per gente disposta a rimetterci dal naso in su pur di farsi spazio nella vita.
Basti guardare alla geografia pugilistica ed alle classi sociali ancora coinvolte in questo sport,in Italia e nel mondo. Quanto al primo aspetto, è il Sud del mondo (e del Paese) a offrire nuove forze alla boxe. Quanto al secondo, sono gli strati sociali meno abbienti che si cimentano in queste contese. In America per esempio, sono soprattutto neri e portoricani che si battono sul ring, minoranze da sempre neglette cui è precluso un avanzamento culturale ed economico in una società ancora, tendenzialmente, wasp.
Ed allora, vogliamo chiederci perchè Marcianise non esprime tennisti, nuotatori, golfisti, ciclisti, scacchisti di valore, ma solo pugili?
Lo so bene che ci sono ottime palestre ed ottimi maestri; ma cosa spinge tanti ragazzi ad affrontare una carriera simile, ricca di botte ma avida di successi(non mi risulta che i tanti nostri vecchi campioni, di cui ci si ricorda ogni 5-6 anni per qualche commemorazione di facciata siano amdati tanto oltre qualche impiego da vigilantes o altro).
E allora tanti e sentiti auguri ai nostri ragazzi, di cuore.
Però riflettiamo un po’ senza eccessiva vanagloria…
Ma Saviano che ne sa?Ci ha stufato abbondantemente lui e il libro che ha scritto.Ha fatto la scoperta dell’acqua calda.E’ bello fare i soldi parlando male di un paese che nonostante tutto ha una sua bella storia e ha sfornato tanti personaggi famosi che non sto qui ad elencare.Un saluto a tutti i marcianisani sono con voi. Abbasso Saviano.Mark Caserta
Caro Mark, il tuo atteggiamento sciovinista è esattamente ciò di cui non abbiamo bisogno.
Saviano non ha scoperto l’acqua calda; ha avuto le palle di denunciare un sistema (il “sistema”, appunto) che tutti, a livello nazionale, consideravano poco più che mera “guapparia”.
Una bella storia? Ma la conosci la storia di questo paese?
I suoi personaggi famosi? Ammesso che ve ne siano, e ne dubito, accanto a uno, due, tre di loro ci sono 40000 persone in sofferenza. Quindi, starei attento a puntare il dito contro chi ci dice cose che non ci piacciono. Valuterei prima attentamente le critiche e i rilievi. E solo dopo – eventualmente – risponderei. E non c’è molto da rispondere, a mio avviso.
sono daccordo con gabriele. credo che i toni dell’articolo di saviano, che ho comunque trovato ben fatto, siano effettivamente romanzati, ma le palle che ha tirato fuori nel suo libro denuncia, ci mettono nella condizione di “perdonare” ciò che potrei definire “licenza poetica”. del resto anche il libro gomorra aveva degli elementi romanzeschi pur rimanendo fedele alla realtà. stava poi alla nostra capacità di lettori denudare il reale dalla cornice. ma poi, ragazzi, scusate, ma se saviano lo accusate di romanzare ciò che scrive, allora i vari “studio aperto” “tgdue” o “tg4” non dovremmo più vederli?? io lo faccio già!
un saluto a tutti da un marcianisano lontano
andrea cecere
A Marza.
E’ vero in parte ciò che dici riguardo al pugilato. E’ probabile che qualcuno si faccia male o che ci resti secco. Ma è così nella stragande maggioranza degli sport. Per esempio sono sicuro che si muoia di più nel motociclsmo o nel ciclismo. Conosco questo sport sin da bambino. Mio padre ha fondato con Brillantino e gli altri soci la palestra di boxe Excelsior. Tutti i pugili marcianisani, campioni e non, sono stati e sono aoncora ottime persone, pacifiche. Il pugilato che hanno praticato è quasi sempre a livello agonistico, dilettantistico. I guantoni ammortizzano bene i colpi e le tempie sono ben protette dal casco. Il punteggio si conquista mettendo colpi a segno (solo sopra la cintura) a prescindere dalla potenza. Ci sono solo 4 riprese da tre minuti. Prima dell’incontro ci si batte il pugno in segno di fratellanza e dopo l’incontro si abbraccia l’avversario e si salutano i secondi.
Io trovo il pugilato uno sport affascinante. Le egole sono rigidissime e tutti le rispettano. Per me rappresenta la metafora della vita, la lotta dell’uomo per la sopravvivenza. Disse una volta un pugile di Marcianise: “Ci sei tu e l’avversario sul ring. Puoi confidare solo su te stesso, non puoi passare la palla come nel calcio”.
Mi è piaciuto come Alì abbia sfruttato la propria popolarità per l’emancipazione del popolo afroamericano. Trovo veramente sopraffine la tecnica dei pugili di scuola marciansiana. Credo che al mondo esistano due “vere” scuole di pugilato (nel senso che vedendoli boxare riesci subito a capire dove hanno imparato): quella cubana e quella marcianisana. Lo dico con cognizione di causa, perchè seguo questo sport da piccolo (papà mi portava dappertutto).
Per concludere, credo che la boxe si debba fermare al dilettantismo. Il pugilato professionistico è diventato solo business(basta ricordare le vicende di Tyson). So che i “maestri” marcianisani hanno sempre professato questo e lo ripetono sempre a tutti i loro campioni.
Mi auguro che possiamo festeggiare due medaglie d’oro in città. Sarebbe anche la giusta ricompensa per quel furto subito a Los Angeles dall’amico Angelo Musone.
Purtroppo a Marcianise non è stata costruita nè una piscina comunale, nè campi da tennis, nè etc., in vent’anni hanno solo costruito un velodromo dichiarato inagibile e che ci costa solo tanto per “mantenerlo”, queste sono le scelte dei nostri cari vecchi amministratori.
L’ho già detto altre volte: noi avevamo tutte le potenzialità per essere i numeri uno in tante cose, perchè quando vogliamo sappiamo esserlo, ma c’è stato chi ha pensato solo agli interessi personali e non a quelli della città e la nostra colpa è che li abbiamo lasciati fare.
E’ quello che daltronde è successo per l’Italia intera, un Paese che poteva vivere di rendita e che invece si è fumato tutto! O meglio, sempre i “pochi” se ne vedono bene!!!
Poveri noi!
Siamo nelle mani di sciacalli ingordi.
Ci sono persone che non sanno di che parlano.Puntano dritto e diconto un mare di fesserie. Piccoli udiccini frustrati dalla vacanza di potere prolungata e fascitelli in procinto di indossare il doppiopetto uniti nel denigrare chiunque con quel chiacchericcio da piazza umberto (sotto le piante) dove si scambiano inciuci e veleni di stampo veterodemocristiano.
La triade, che si è contraddistinta per nomine di casta (non ha fatto graduatorie e ha scelto in base ad “altri” crieri), ha bisogno di un locale per i vigili urbani e allora sfratta la protezione civile. La protezione civile protesta allora la triade va a sfrattare la Sma. I piccoli protettori civili si fanno abbindolare e sputano veleno contro la Sma colpevole di non spegnere gli incendi in città. A parte il fatto che la Sma (li ho visti io) durante il periodo degli incendi hanno prestato gratuitamente la propria opera anche in città e nelle nostre campagne. Quando però sono impegnati nei boschi devono prima agire lì e poi possono coadiuvare i vigili del fuoco.
Cara Francesca (tanto lo sappiamo che è uno pseudonimo che nasconde l’identità di un maschio impegnato in politica), la prossima volta che ci facciamo una fumata ti invitiamo così fumi anche tu, ti diverti un pò e può darsi che dici qualche cosa di sensato.
Rispondo volentieri ad Alessandro.
Il pugilato è MOLTO più pericoloso degli altri sport; in queste cose non si può procedere con “penso” o “mi pare”, ma occorre fare riferimento a studi condotti con rigore scientifico.
Ti segnalo questo articolo che riporto intergralmente:
“La Bma, l’associazione dei medici inglesi, ha recentemente pubblicato dei dati relativi alla pericolosità dello sport del pugilato. E i numeri sono impressionanti.
Lo studio è stato pubblicato il 5 settembre dal sito web http://www.galileonet.it e cita ricerche fatte dai medici inglesi a partire dal 1974, quando fu fatto uno screening sulle encefalopatie traumatiche croniche. Lo sport meno pericoloso in quel senso risultò essere il rugby (!) perché solo 2 praticanti avevano quella malattia. Il calcio, ne aveva di più, 5. Il pugilato, 294.
Questi risultati sono stati confermati, quando non peggiorati, da studi successivi condotti in Gran Bretagna dalla Bna, l’associazione dei neurologi, e nel resto del mondo dalla Wma, l’associazione mondiale dei medici.
I medici hanno perfino individuato una malattia «professionale» dei pugili, la sindrome da punch-drunk, definibile come uno stato di obnubilamento delle facoltà cognitive paragonabile a uno stato di ubriacatura permanente. Ma non è mica l’unica. I pugili hanno in misura maggiore rispetto al resto della popolazione patologie quali Alzheimer e Parkinson (perdita della memoria, difficoltà di deambulazione e di parola, mancanza di lucidità mentale). Altro tallone di Achille sono gli occhi che vanno inevitabilmente incontro a midriasi (allargamento permanente della pupilla), glaucomi, distacco della retina, emorragie coroidali.
Tutti questi malanni colpiscono, anche a distanza di anni, i pugili che sono sopravvissuti ai combattimenti. Perché sul ring c’è anche chi muore: a partire dal 1990 i casi registrati sono 140, una media di più di 8 all’anno.
Il consiglio dei medici della Wma? Scontato: abolire la boxe.
Le misure di sicurezza introdotte negli ultimi anni, soprattutto tra i dilettanti (caschetti, round più brevi per diminuire la fatica degli atleti – perché i colpi si assorbono meno quando si è stanchi) non sono risolutive. Anche perché se la carriera di un professionista non sempre va oltre i 50 incontri, quella di un dilettante può superare i 300, perdipiù raggruppati in tornei che durano un paio di settimane nei quali si arriva a combattere 7-8 volte.
Nel mondo, 11 nazioni hanno seguito il consiglio della Wma e abolito il pugilato sul proprio territorio.
È uno sport che ha una sua bellezza, una sua epica.
Ma, accidenti. È uno sport che fa male.”
Per quanto riguarda poi il tuo auspicio che si dovrebbe restare in ambito dilettantistico, si tratta appunto di un auspicio tuo, non condiviso dai nostri pugilatori che invece ambiscono, legittimamente, di passare professionisti e magari trasferirsi negli USA dove si guadagnano eccellenti borse.
Resta un dato di fatto, che il Nord Italia conquista medaglie con il ciclismo, la scherma, la lotta greco romana, il tiro con l’arco, il nuoto, e da Roma in giù ci affidiamo alle mani perché solo quelle abbiamo(tranne pochissime eccezioni tipo Rosolino).
C’è da esaltarsi, o da affidare a questi ragazzi la mission del riscatto della nostra città?
A me sembra ridicolo e oltre tutto li si carica di responsabilità veramente eccessive.
P.S. Ho appena visto l’incontro di Valentino contro il cubano:non c’è stata storia. Se si faceva meno chiasso era certamente meglio per questo ragazzo, avrebbe digerito la sconfitta molto più facilmente.
Marza