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Scomparsa una lastra sepolcrale del 1646 da via Bosco

Scomparsa una lastra sepolcrale del 1646. Si trattava della lapide in marmo cipollino di “Mirtia” figlia di “Vincentii Sabalonia”, famiglia molto nota a Marcianise già dal XV secolo. A darne notizia è l’architetto Gianni Di Dio. “I Sabaloni fondarono nel 1483 una cappella all’interno della Chiesa dell’Annunziata, la notizia è attestata da un documento rogato in data 4 maggio 1483 dal notaio Micco Foglia di Marcianise. L’uso di fondare cappelle all’interno dell’Annunziata era praticato da famiglie facoltose, oltre che per evidenziare il proprio status, anche per sostenere l’opera assistenziale della casa santa dell’A.G.P., acquisendo così anche lo “ius sepolture”. La lastra sepolcrale (vedi foto), sulla quale erano incisi la data, uno stemma e un’iscrizione commemorativa, fu rinvenuta nel 2005 durante i lavori di ristrutturazione di Palazzo Tartaglione in Via San Giovanni Bosco che fu adattato a servizi e zone ricreative della parrocchia. La notizia del rinvenimento fu subito diffusa dallo stesso architetto Di Dio, ma oggi sembra proprio che del prezioso reperto storico sia scomparsa ogni traccia. “Sono molte le testimonianze storico-archeologiche che sono sparite negli ultimi anni, continua Di Dio, mancano all’appello lo stemma marmoreo del XVII secolo che si trovava sulla facciata della chiesetta di S. Jacopo in Via San Giuliano: chiesetta che rischia di essere demolita per fare spazio a nuove costruzioni residenziali. Non c’è più, in seguito a lavori di ristrutturazione, una lastra marmorea del 1735 posizionata sul portale della cappella di Via Foglia attigua alla Chiesa di S. Maria della Sanità ed è scomparso anche un fonte battesimale molto antico che si trovava nel cortile del demolito palazzo settecentesco della famiglia Giuliani, sempre in Via San Giuliano, il tutto catalogato a suo tempo dall’associazione GRISM di Marcianise presieduta dalla professoressa Maria Teresa Costagliola”.
Neanche i morti sono stati lasciati in pace: molte cappelle antiche del cimitero hanno subito l’invasione di delinquenti che hanno asportato oggetti preziosi per la nostra storia, la stessa cappella cosiddetta “dei monaci” è ormai priva dei due bellissimi stemmi in ferro battuto che ornavano da secoli i cancelli d’ingresso. Molte sono anche le “tele”, oltre agli affreschi e tutto l’apparato decorativo, asportate e non più rintracciabili, dalle numerose cappelle gentilizie presenti in tutto il centro urbano e completamente deturpate negli ultimi decenni. Rischiano infine di essere demoliti, con i nuovi piani urbanistici in programma, edifici storici che non sono mai stati denunciati per una catalogazione, né vincolati dagli organi competenti. Insomma, una cultura quella della nostra epoca, basata sulla corsa alle demolizioni e ad una selvaggia speculazione edilizia.

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Alfonso Alberico - Marcianise

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